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30 maggio 2012

NUOVI HAIKU DALLA SERVA DI FRAU JULIA

Cara Monika,
ho trovato altri bigliettini.
Dagli scritti vedo che alla serva piacciono gli haiku, sempre autobiografici.

FrauJulia

profumo di pizza,
inghiotte saliva la serva purgata
a digiuno da ieri.


un brivido,
stringo le cosce, mi scappa Signora
ed è un rivolo caldo


PENSION BALNEARIA 41

Cara Monika,
e così ora tra i compiti di noi serve è stato aggiunto quello del servizio ai tavoli da gioco. Ci è stata imposta una doccia giornaliera, inutile dire che in una località termale, a noi serve la doccia è solo dotata di acqua fredda. Inoltre, dobbiamo cercare di renderci presentabili e profumarci con un profumo esageratamente forte e volgare. Tra i nostri compiti è anche quello di portare sigari, vino, cerveza e bocadillos al jamon ai giocatori, in modo che non perdano tempo. Una ulteriore tortura per noi, che, dall’avvento della perra, mangiamo poco e malissimo, molto spesso sopa magra, che sì, ti nutre in modo che tu possa lavorare, ma è insipida e disgustosa.
Insomma, a sentire il profumo del prosciutto, con la fame che ho non resisto, mi apparto un attimo ed addento rabbiosamente un panino. Lo mangio in pochi secondi, poi un bel sorso di birra. Ma la cosa non è sfuggita alle solite Gog e Magog. Mi bloccano, lì in mezzo a tutti e chiamano la perra. Questa arriva ed inizia a darmi della ladra. Cerco di balbettare qualche scusa ma ormai è lanciata. Chiama a testimoni tutti i giocatori del fatto che io ho rubato del cibo destinato a loro. Si allontana un attimo e torna con la frusta che è negli incubi di tutte noi sguattere: il nerbo di bue!
Questa frusta, costituita da nervi di bue intrecciati e seccati è destinata alla doma dei cavalli più feroci e riottosi, nonostante la loro pelle imparano ben presto che chi la impugna è quello che comanda,. Figuratevi cosa può fare sulla tenera pelle di una serva! Piango e mi dispero, ma la perra dà ordine a Gog e Magog di rialzarmi la gonna, alza la mano, armata della terrificante frusta e mi tira un colpo sulla coscia. Le due energumene faticano a tenermi, fa un male incredibile e ha lasciato una traccia livida in rilievo, da cui esce qualche goccia di sangue. Si è fatto silenzio e tutti mi guardano, mi dispero e supplico la perra di risparmiarmi, mi castighi pure, lo merito, ma non mi massacri a frustate. Da quell’abile manipolatrice che è gongola, dice a tutti che per stavolta non mi frusterà, che però, visto che ho mangiato troppo merito una bella purga. Una delle energumene viene spedita a prendere qualcosa. Intanto la perra mi ha fatto indossare la divisa di fatica. La perra annuncia al pubblico che, per scusarmi con loro offrirò a tutti “un chupito”. Giubilo dei presenti, viene stappata una bottiglia di aguardiente e vengono portati dei bicchierini. Poi Magog mi mette tra le mani un bicchierino più piccolo. Mi chiedo che punizione sia brindare in compagnia, comincio a sospettare cosa quando Magog toglie il tappo ad una bottiglietta di vetro scuro, leggo la etichetta: “aceite de ricino”. Su istruzioni della perra riempio il bicchierino di olio di ricino e devo brindare col primo dei giocatori. Mi insegnano anche il brindisi che devo fare: devo alzare il bicchierino all’ altezza del capo, abbassarlo all’altezza dello stomaco e poi portarlo all’altezza della bocca dicendo: “Arriba, abajo, al centro y pa' dentro” e ovviamente, trangugiare il tutto. Di cose disgustose ne ho dovute assaggiare molte, ultimamente, ma non ero proprio preparata a questo “orrore oleoso” che, per quanto tu cerchi di inghiottire d’un fiato, ti lascia l’unto e l’orribile sapore. Mi si torce lo stomaco ma, vedendo la perra col nerbo in mano, rimando indietro i conati.
Ma non è finita, i giocatori sono una decina e devo brindare con ognuno. Il brindisi dura, in tutto quasi mezz’ora, mezz’ora di brividi, sudore freddo, conati repressi e continuo inghiottire per tenere indietro la nausea, in pratica mi hanno costretta a bere tutta la bottiglietta, a piccoli sorsi.
Donna Conception mi ha parlato dell’olio di ricino come tortura, ma non avevo immaginato quanto fosse terribile.
Ma non è finita, ora la perra fa continuare il gioco. Mi fa bere due tazzoni di tè ben caldo, per “ayudar a purgar” e mi mette carponi a pulire i pavimenti. E il mio povero stomaco si ribalta ancora di più, continuo a fare ruttini che riportano su l’orribile sapore. Mi diranno poi le mie colleghe che sono pallidissima e dalle mie smorfie capiscono che dramma sto vivendo. E di lì a un ora iniziano i dolori di pancia, prima delle fitte e dei gorgoglii e ben presto crampi veri e propri. Mi viene ingiunto di continuare a lavorare, non devo fermarmi per “cualche dolorito”. Il dolore è tale che a tratti mi piego in due con le mani contratte sulla pancia. E poi inizia il bisogno di andare in bagno, ma niente, devo restare lì in mezzo a tutti, a pulire in ginocchio il pavimento, anche perché indosso solo i mutandoni di cotone della divisa di fatica, niente mutanda di gomma! Per fortuna riesco, non so neanche io come a resistere per un tempo infinito, fino all’ora di chiusura quando, altrimenti sarei morta di vergogna!
Ecco Monika cosa mi è successo, per aver rubato un panino ed una birretta. Ti assicuro, quando penso al sapore della purga ricevuta, mi vengono i sudori freddi anche adesso, a distanza di mesi.

Un abbraccio dalla “purgata” Nadia

(41- continua)

PENSION BALENARIA 40

Cara Monika,
la gloriosa Pension Balnearia, nelle mani della perra, sta sputtanandosi totalmente. L’ultima pensata per spremere soldi ai clienti, è quella di creare una gala gioco “particolare”. In pratica un casinò, anzi un “casino particular” con tutti i giochi di carte tradizionali spagnoli e dadi. Il cliente punta, inutile dirlo, denaro sonante, la pension punta noi serve, per servizi “particolari”. Sembriamo solo spaventapasseri, magre e conciate, con i capelli che sembrano stoppa. Le cinesine, che oltre che magre sono anche minute e non interessano affatto ali spagnoli, ma alcune di loro, per nostra grande fortuna, si stanno dimostrando delle giocatrici superlative, in pratica sono in grado di vincere quasi sempre. La perra ha ordinato loro, per ragioni commerciali, di fingere di perdere nel 10 % delle partite, per tenere alto l’interesse di giocatori.
Così quasi ogni giorno una di noi deve sottostare alle voglie di qualche giocatore.
Come ho detto, spesso si tratta solo di qualche palpeggiamento, simulando che la cosa ci piaccia e ci porti fino all’orgasmo. Purtroppo capita che qualcuno pretenda il nostro “lato B”, visto che la sua compagna spagnola lo nega decisamente. E c’è da sperare che non capiti qualcuno troppo ben dotato dalla natura, come capitato alla nostra compagna Veronica. Fortunatamente siamo riuscite a procurarci, di nascosto dalle sorveglianti e dalla perra, un gel lubrificante che ha anche forti poteri anestetici. Basta convincere il cliente ad utilizzarlo e all’istante i suoi bollenti spiriti caleranno inesorabilmente. Come vedi Monika, ci siamo dovute ingegnare ed abbiamo imparato i trucchi del “mestiere”. Che umiliazione, però, ti assicuro che tutte sogniamo che torni la Signora per rimettere le cose a posto e tornare ai nostri grigi, faticosi ma sicuramente dignitosi lavori.
Un abbraccio dalla sguattera Nadia
(40- continua)

19 maggio 2012

THE MAIDS

L'IDRATAZIONE DELLA SERVA: UN INTERVENTO DI FRAU JULIA

Cara Monika, vorrei fare un intervento a proposito dell’idratazione a cui dovete essere sottoposte voi serve.

Prendiamo ad esempio una serva normale, che indossa una divisa di fatica abbastanza pesante di cotone o sintetica. La nostra serva è addetta anche a lavori di fatica che svolge col dovuto impegno, pavimenti eccetera. La serva suderà parecchio, in particolare se poi si troverà ad indossare indumenti punitivi impermeabili o molto più pesanti del solito. Ben presto la divisa inizierà ad inzupparsi di sudore, partendo dalle ascelle in avanti.
Se siamo nella stagione calda, oppure se abbiamo un appartamento piuttosto riscaldato, bisogna tenere ben conto dell’aumentato fabbisogno idrico della serva, non vorremo che soffra di disidratazione. Ora, se per un adulto che fa un lavoro sedentario occorrono già da 1.5 a 2 litri / giorno di acqua, è ben chiaro che la nostra domestica dovrà bere ben di più.
E qui sorgono i primi problemi, le domestiche solitamente gradiscono poco l’acqua di rubinetto. Ci si troverà di fronte alle più lagnose e fantasiose scuse per sottrarsi all’adempimento. Dalle pretese nausee: “le assicuro Signora, non ne riesco a bere neanche un altro bicchiere, ho già la nausea” , “Signora non ce la faccio più, mi sento scoppiare lo stomaco, mi viene da vomitare!” eccetera. Si passa poi ad altre puerili scuse: “Signora se bevo così tanto dovrò continuare ad andare in bagno, come posso riuscire ad andarci solo tre volte al giorno?”, “Signora le assicuro, non ho affatto sete, sa io bevo sempre pochissimo” fino alla comica: “Signora se bevo così tanto, poi mi brucia la topina a fare pipì.”

Una Signora deve esercitare la dovuta fermezza: la serva dovrà bere un minimo di tre litri di acqua di rubinetto al giorno, tale quantità verrà aumentata a quattro litri d’estate fino ad arrivare ai cinque – sei litri quando la serva farà una intensa attività lavorativa.

Per evitare che la serva tenti di barare, l’acqua verrà misurata alla mattina in pratiche bottiglie di plastica, riciclate, e la serva avrà in dotazione un bicchierone di quelli da birra, da riempire e bere d’un fiato in presenza della Signora o di una Sorvegliante, fino a terminare l’acqua assegnata nell’arco della giornata.
E saranno cavoli amari, se la serva se si troverà in arretrato. In tal caso non sarà solo l'acqua avanzata ma  l’intero fabbisogno giornaliero di acqua che le verrà somministrato per clistere e dovrà essere trattenuto molto molto a lungo, in modo che l'intestino ne assorba una buona parte  Vedrete che la volta successiva la serva sarà ben più previdente e assumerà il liquido "per os", con largo anticipo.
Capiterà, come qualche serva lamenta, che le tre pause per andare in bagno al giorno risultino insufficienti, qui vengono buone le tradizionali mutande di gomma, insomma, le mettiamo nel corredo delle serve e poi non vogliamo usarle?

Un bel pannolone per adulti e mutanda di gomma e la nostra serva è a posto.  Se la serva si bagna, ovviamente, resterà bagnata e continuerà a lavorare fino al prossimo intervallo bagno, quando potrà cambiare il pannolone con uno asciutto, senza interrompere per questo il lavoro.

Un ultima cosa, oltre al costo dei pannoloni, mettete in conto un tubetto di pomata per le irritazioni da pannolone, la vostra umile serva ve ne sarà grata!

Ma se avete una serva pisciona come la mia il costo dei pannoloni non sarà indifferente. Ci sono due possibilità, la prima quella dei pannoloni ecologici, che la serva dovrà lavare e rilavare. Molto interessante.
Una seconda possibilità la ho scoperta durante una vacanza in Slovenia. Ho trovato in vendita degli enormi vasi da notte in ferro smaltato completi di coperchio ermetico, ne ho subito acquistato un paio. La nostra serva potrà usare per le emergenze durante il giorno e la notte, il suo bel vasetto ed avrà una sola pausa bagno propriamente detta, durante la quale svuoterà e laverà alla perfezione il fetido contenitore. Il vaso da notte viene buono anche quando la serva deve …. restituire un clistere, niente continue e pressanti richieste di tornare in  bagno.  Passato il dovuto tempo di ritenzione la serva se ne può andare nel proprio ripostiglio e usare il vaso da notte fino a che le serve. A cose finite pretendo di vedere il contenuto del vaso, prima di lasciarglielo svuotare.  Dovreste vedere come arrossisce, in particolare se faccio commenti!


FrauJulia

16 maggio 2012

QUANDO LA SGUATTERA SI CIMENTA CON GLI HAIKU

Cara Monika, anche oggi perquisendo il ripostiglio ho trovato un bigliettino.
Non è una poesia veramente detta, parrebbe un rudimentale tentativo di haiku,
ispirato ad un fatto accaduto:

Serva punita,
mollette sulle tette,
Signora che male!

Un saluto.
FrauJulia

PENSION BALNEARIA 39

Cara Monika,
volevo farti notare una cosa: in queste prime settimane alla Pension ho potuto fare delle osservazioni sulla cattiveria con cui noi serve veniamo punite. In particolare, ho potuto comparare le punizioni somministrate da qualche cliente maschio, con le, a noi tristemente note, punizioni somministrate dalle femmine. Salvo casi particolari, un Signore punisce le serve in maniera piuttosto blanda, non utilizzerà mai appieno la propria forza. Inoltre devo dire che i Signori non brillano di fantasia, al 90% la serva viene punita con una bella sculacciata, con colpi appunto non eccessivamente forti. Ben altra cosa quando a punire è una Signora: ben difficilmente vi saranno due punizioni uguali, inoltre una donna sa bene dove fare male ad un'altra donna, sia sul piano psicologico che sul piano fisico.
Ne è la dimostrazione una cliente della Pension che, in mancanza di Pilar, impegnata in altro, ho spalmato maldestramente di fango. La cliente in questione non aspettava altro, ha chiamato la perra e si è lamentata del mio operato, ottenendo di essere lei a punirmi. Mi sono dovuta denudare ed inginocchiare di fronte a lei. Ora, a noi serve non è permesso di portare reggiseno e a 40 anni le mie mammelle tendono ad essere un po’ cascanti. La Signora in questione si è fatta dare un paio di cinghiette di cuoio e mi ha stretto le mammelle alla base, così stretti i miei seni erano belli gonfi e paonazzi. La Signora ha iniziato a giocare con i miei “pezones”, facendoli rizzare. Devo dire che quella Signora ci sa proprio fare, con continue manipolazioni ma ha portato sull’orlo del godimento. Quando, il mio respiro ha denunciato il mio deplorevole stato, la Signora ha cambiato di colpo tattica: ha iniziato a schiaffeggiarmi le tette dal basso in alto e viceversa. Il dolore è stato improvviso ed inaspettato, sono restata proprio senza fiato! Ma la mia torturatrice ha continuato imperterrita a schiaffeggiare con grande energia. Solo quando, sull’orlo dello svenimento, ho iniziato a vacillare, ha smesso di colpirmi. Ha ricominciato a massaggiarmi e nuovamente, nonostante il dolore patito, mi ha riportato sulla soglia del godimento. A questo punto la vedo prendere da un tavolino un lunghissimo ago da siringa, lo impugna e si prepara a trafiggermi il seno! No, io non sono coraggiosa, in particolare per quanto riguarda il seno, sono molto sensibile e, se ne posso ricevere grande godimento, non sopporto neanche l’idea di venire bucata. Cerco di dimenarmi e inizio a lamentarmi, piangere e disperarmi. La mia disperazione è tale che la Signora mi propone: anziché bucarmi una tetta mi bucherà 10 volte il “culo” (si, si chiama come da noi). Che fare, non gradisco neanche le punture ma scelgo il male minore.
In realtà, con il senno di poi, la Signora mi ha abilmente manipolata. Un ago da siringa è estremamente affilato, taglia la pelle senza bisogno di troppa forza e se è affondato con decisione, provoca un dolore limitato. Invece la Signora mi pungerà con uno spillone di argento, uno di quelli che venivano usati cento anni fa. Lo spillone viene disinfettato e passato sulla fiamma. Vengo fatta inginocchiare sul Potro ma non legata. Dovrò stare ferma con la mia forza di volontà. E di forza di volontà ne ho dovuta avere molta, la Signora infilava lentissimamente lo spillone nelle mie carni, facendomi patire le pene dell’inferno. Contrariamente all’ago da siringa lo spillone buca la pelle molto lentamente, causando un dolore fortissimo. Già dalla prima puntura sono in lacrime. Prima della decima, devo confessarlo, mi scappa anche un getto di pipì. Che male Monika, un male indescrivibile. Poiché mi erano state bucate tutte e due le natiche, sì cinque buchi di qua e cinque di là come ha detto la Signora, non ho potuto sedermi senza gridare dal dolore per un paio di giorni ed il male è passato completamente dopo una settimana. Ecco, e questo è uno dei tanti episodi che potrei citarti.
Insomma, una donna può essere estremamente crudele, in particolare sul corpo della propria serva.
Ciao cara compagna di grembiule, ora devo lasciarti.
sguattera Nadia
(39- continua)

7 maggio 2012

PENSION BALNEARIA 38

Cara Monika,
le mie disgrazie continuano. La perra, per punire l’insolenza nei confronti di un cliente non perde occasione per umiliarci in tutti i modi. L’umiliazione più terribile è capitata a Pilar, quella di dover servire due coppie di ragazze e ragazzi ventenni. Sono venuti ufficialmente qui per un trattamento rilassante, quindi il suo compito sarebbe stato quello di fare in modo che arrivi acqua alla temperatura corretta e di rifornire le stanze di fango termale. Ma da subito Pilar si è accorta che lo scopo per cui il gruppo è qui è ben diverso, lo scopo è di divertirsi ad umiliare e tormentare noi serve. Infatti, da subito è un continuo pizzicare e palpeggiare, sia da parte dei maschi che delle femmine. Ora, ovviamente Pilar non è una verginella di primo pelo, però a tutto c’è un limite e visto che data la differenza di età potrebbe essere coetanea delle loro madri, distribuisce un paio di sonori ceffoni, a scopo didattico. Ora, non si pensi che una serva debba accettare di tutto, se vi fosse la Signora questo sarebbe considerato un peccato veniale, se non addirittura un comportamento lecito. Naturalmente la Signora non c’è, ed i pivelli, anziché affrontare la nerboruta Pilar in quattro come sono, vanno immediatamente a protestare dalla perra. La reazione non si fa attendere: arriva la perra e si accorda con i giovinastri, saranno loro a punire Pilar con un memorabile clistere. La poveretta arrossisce di rabbia e di vergogna e cerca di divincolarsi per riprendere a schiaffeggiarli, ma arrivano Gog e Magog che la ammanettano. Poi trainano il potro e lo posizionano al centro della stanza. Pilar viene denudata lì davanti a tutti, e legata al potro. Portano poi un grosso apparecchio da clistere “el irrigador”, molto più grande dei soliti apparecchi. I giovinastri sono entusiasti: l’apparecchio viene riempito con acqua caldissima ed iniziano a sciogliere nell’acqua un grosso pezzo di sapone. L’acqua sembra ormai latte. Mostrano alla punita il beccuccio che tra un po’ verrà usato nel suo povero posteriore, un pezzo da museo, di ebanite nera, con una punta grossa come un uovo, e a seguire una serie di quattro ingrossamenti sferici, prima di una piastra che, evidentemente, impedirà di introdurre ulteriormente l’arnese. Pilar tenta di dimenarsi ma è legata come un salame. Può solo urlare la sua rabbia e insultare quesi maledetti. Magog trascina uno specchio, in modo che la punita possa vedere lo spettacolo che sta dando a tutti.
Una delle ragazze, Consuelo, si impossessa della cannula, la collega al tubo dell’apparecchio, si lubrifica il dito medio con dell’olio di oliva e lo infila più volte nel posteriore di Pilar, bene a fondo. Si fa silenzio nella stanza, gli occhi di tutti sono fissi su Consuleo che ora gioca come il gatto con il topo, ora inizia ad infilare la sonda, tra i lamenti e le lacrime di Pilar. Ora Consuelo apre di poco la chiavetta, l’acqua inizia ad entrare. Lascia entrare circa mezzo contenitore, poi chiude la chiavetta. Spiega a Pilar che ora faranno una pausa, in modo che il sapone inizi ad agire, ovviamente più è lunga la pausa più si irriterà l’intestino e più sarà penoso prendere il resto del liquido. La pausa durerà fino a che Pilar non terminerà di soddisfare Felipe, il ragazzo di Consuelo, con la bocca. Sono scioccata da quanto siano grossolane le ragazze di oggigiorno!
Per farla breve, dopo qualche tentativo di resistenza Pilar deve arrendersi. Ma Felipe è ben dotato, molto ben dotato ed infila a fondo la bocca della poveretta, che lacrima e cerca di non vomitare. Per fortuna Felipe non dura più di 5 minuti. Pilar sputa, disgustata e si becca un paio di schiaffoni! Consuelo dice che prima di potersi scaricare dovrà leccare alla perfezione il pavimento. Ora la stronzetta riapre il rubinetto, ricominciando a gonfiare la pancia alla povera Pilar, che ormai mugola ed è coperta di sudore. Non so bene quanto sia il liquido, sicuramente almeno 3 o 4 litri. Questo significa una buona decina di minuti di strazio e ondate di dolore per la povera Pilar, che ha il ventre appoggiato e legato al potro e quindi è premuto, proprio quando l’acqua lo dilata. Finalmente il supplizio giunge alla fine, Pilar urla che non ce la fa più, ma anche l’altro ragazzo vuole essere soddisfatto dalla bocca di Pilar che è costretta ad eseguire ed inghiottire. Poi la slegano, sempre con l’enorme cannula infilata, e deve leccare lo sperma di Felipe dal pavimento. Ma non è finita, le due ragazzette pretendono che Pilar baci loro il sedere, cosa che ormai la poveretta fa senza più avere la forza do obbiettare. E ora Gog porta un secchio, così Pilar è costretta a scaricarsi davanti a tutti. Pensate, scaricarsi in queste condizioni significa che tutti sentono gli scrosci, ed i rumori emessi dalla pancia, non parliamo poi degli odori! Roba da nascondere la testa in un sacco!
Ecco Monika, ti ho raccontato quella che temo stia per diventare una delle nostre giornate tipo qui alla Pension Balnearia, a meno che non cambino il nome in “Postibulo Balneario”.
Tante volte noi serve ci lamentiamo della vita che ci tocca fare, ma facciamo male, dovremmo ringraziare la sorte perché cambiare può voler dire trovarsi in queste situazioni.
Ciao, un abbraccio in mutande di gomma.
sguattera Nadia
(38- continua)

NUOVA "POESIA" DELLA SERVA DI FRAU JULIA

cara Monika,
nella odierna perquisizione del ripostiglio ho trovato un altro foglio, con la seguente poesia:

Piove

Piove, destino felice, per la serva che così il giardino non pulisce.

Piove, destino brutale, per la serva che in condominio pulisce le scale.

Piove, destino osceno, per la serva che nudo ha il seno.

Piove, destino ribelle, per la serva con mollette alle  mammelle.

Piove, destino così, per la serva a cui scappa già la pipì.

Piove, destino compagno, per la serva che attende il permesso del bagno.

Piove , destino bifronte, anche per la serva della Signora di fronte.

Piove, destino bacchetta, per quella serva che pare vacchetta.

Piove, destino campione, per quella serva che massaggia il pancione.

Piove, destino infermiere, per quella serva che trattiene il clistere.

Piove, destino fetente, per quella serva assai puzzolente.

Piove, destino orco, per quella serva che in bagno lecca lo sporco!

non ho parole. Io le lascio un pò di respiro e questa ruba tempo al riposo per scrivere poesioe di dubbio gusto!

FrauJulia

6 maggio 2012

PENSION BALNEARIA 37

Cara Monika,
ed eccomi rientrata a tutti gli effetti al lavoro nella Pension Balnearia. Come mi avevano anticipato le mie compagne, il lavoro è parecchio cambiato. Poiché non ho nessuna abilità di massaggiatrice od altro, oltre al solito massacrante incarico di fare da somaro trainando la noria, mi hanno inaricato di fare la pedicure ad un cliente. Ora, contrariamente a quanto si usa per noi serve, mi è stao ordinato di mettere del profumo, da quattro soldi, e Gog si è incaricata di mettermi del rossetto, facendo un pessimo lavoro, oltretutto. Tanto che quando mi sono guardata allo specchio sono inorridita, magra come mi hanno fatta diventare e così truccata sembro pronta per andare a lavorare sul marciapiede!
Mi reco nel camerino del cliente, con tutte le mie carabattole ed inizio il lavoro. L’uomo è un anziano grassone tutto sudato, e neppure si è lavato i piedi!
Lavoro un po’ e, ad un tratto questo tipo dà in escandescenze, chiamando a gran voce la perra e lamentandosi che gli ho fatto male. La perra arriva, arrabbiata come una biscia e mi ordina di alzare la divisa di fatica. Mi abbassa le mutande e dice al cliente di aiutarla a punirmi. Il grassone, ben contento inizia a sculacciarmi. Non so che tipo di lavoro faccia, ma dalla forza del braccio deve fare lavori manuali che richiedano una grande forza! Ben presto urlo come una aquila. Ed è con il sedere ben rosso che si conclude il mio primo incarico “particolare”. Mi devo poi rialzare le mutande, sprofondandomi in scuse, e vengo rimandata a girare la noria assieme a Pilar. Anche qui, comunque, non c’è pace, dobbiamo fare in due il lavoro di quattro serve, inoltre non mi ricordavo quanto sia stancante lavorare alla noria. Alla sera sono distrutta. Nei giorni successivi continuo a fare la pedicure a molte persone. Un altro vergognoso episodio è quando un cliente mi vede mentre pulisco il corridoio. Nonostante io sembri uno spauracchio si eccita ed inizia a palpeggiarmi. Mi divincolo e gli tiro l’acqua gelida del secchio, cogliendolo proprio lì e smorzandogli istantaneamente l’erezione. Anche in questo caso vibrate proteste con la perra, che mi condanna a bere un bicchiere di pipì.
Il cliente è ben contento di fare da … donatore. Ed è così che inginocchiata davanti a tutti devo scusarmi umilmente e bere, a piccoli sorsi la pipì calda. E sai che sfortuna? Il cliente si era mangiato i famosi asparagi “cojonudos”, quindi puoi immaginarti che sforzi ho dovuto fare per non vomitare e quanti colpi di frustino mi ha dato la perra per costringermi a sorbire l’immonda bevanda fino in fondo, ho ancora i brividi di ribrezzo pensandoci.
Ciao cara collega di grembiule,
sguattera Nadia.
(37- continua)