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21 agosto 2012

PENSION BALNEARIA 50


Cara Monika,
come puoi immaginarti quella notte noi due serve abbiamo dormito ben poco, tra lacrime e sospiri, pensando a cosa la perra ci avesse riservato. Ed infatti al mattino abbiamo fatto la conoscenza di svariati attrezzi utilizzati per applicare le spiacevoli e dolorose scosse dell’elettroterapia.
Per darti una cronaca “imparziale” hanno chiesto al “CRONISTA” di raccontare cosa ci accade.
CRONISTA> Ben ritrovati, cari ascoltatori. Sono stato inviato per fare la cronaca delle elettroterapie presso la rinomata Pension Balnearia.
Perra > Le ricordo che queste serve sono colpevoli di una gravissima infrazione disciplinare ed inoltre devono rimediare ad un ventre prominente e flaccido.
Per somministrare l’elettroterapia ho scelto le stanze già usate 80 anni fa per lo stesso scopo. Cambia solo l’apparecchio che è modernissimo e non presenta rischi di folgorazione.
Ingeniera> Infatti, l’HELECTRO3000, che vi presento, è un apparecchio di concezione modernissima. Non presenta alcun rischio di folgorazione. Ha uno stadio finale potenziato in grado di erogare terapie ben 10 volte più efficaci della concorrenza.
Nadia> Mi fanno mettere nuda, di fronte all’Ingegnera, questa mi fa mettere a quattro zampe ed inizia ad esplorare le mie parti intime, chiama la perra lamentandosi che sono “demasiado seca”. E vorrei vedere, con la paura che abbiamo!
Ingeniera> Un bel po’ di gel conduttivo faciliterà l’introduzione ed il funzionamento degli elettrodi di punizione.
Nadia> Sia davanti che dietro mi vengono infilati due oggetti a forma di uovo, collegati con lunghi cavi.
Perra> Ed ora farete la conoscenza con il “cinturon de espinas”.
Nadia> Si tratta di un cinturone, alto circa 15 centimetri, all’estreno di robusto cuoio, all’interno di morbido neoprene. Aiaaa, però quando lo stringono il neoprene lascia apparire delle punte arrotondate, più o meno come fossero noccioli di oliva, non bucano ma fanno male.
Ingegnera> Ora la serva Nadia deve salire su questi due “bloques de madera”, isolati dal pavimento conduttivo della stanza.. Dovrà restare immobile per tutta la durata della elettroterapia. Se scende dai blocchi riceverà una dolorosa scossa punitiva dai due elettrodi.
Perra> Ingegnera mi permetta, meglio dare subito una dimostrazione alla serva.
Nadia> Frastornata non sono ancora riuscita a salire sui blocchi. AIAAAAAAAAAAAHHHHHH.
Chi di voi non ha mai preso la scossa? Ecco, immaginate qualcosa di simile, ma che mi è arrivato sugli elettrodi, per una decina di secondi. CHE MALE!!!!
Ingegnera> Ecco, questa è la scossa di intensità più bassa, se questa vale uno, sappi che l’apparecchio è in grado di dare scosse 20 volte più forti e per la durata di vari minuti. Sarà meglio che tu obbedisca, carina! Ed ora iniziamo a darci da fare per la tua pancia!
Nadia> Ed ecco che all’altezza del ventre mi arriva un flusso di corrente, niente a che vedere con la scossa di prima, ma comunque molto fastidioso. L’effetto di questa corrente è che i muscoli al di sotto del “cinturon de espinas”, si contraggono ritmicamente. E non crediate che sia una cosa di tutto riposo, ben presto inizio a sudare ed i crampi ai muscoli della pancia mi costringono a contorsioni, che devo cercare di controllare per non cadere dai blocchi di legno e ricevere la scossa punitiva!
Si continua così per un interminabile ora di sofferenza, i muscoli del ventre, già provati dagli esercizi dei giorni precedenti, dolgono moltissimo. Sento le gocce di sudore raccogliersi pian piano e poi scivolare lungo le gambe. Il pavimento attorno è ormai una pozzanghera di sudore.
Ingegnera> Ecco fatto, ora togliamo gli elettrodi e poi asciugherai bene il pavimento dal tuo sudore, ora è il turno della tua compagna ….. Noi ci vediamo domani per una seduta un po’ più impegnativa, sarà bene che domani mattina ti facciano un bel clisterone, per prepararti al meglio, con la pancia vuota e ben idratata.
Ecco Monika la relazione del primo giorno, non oso pensare a cosa ci aspetta.
Un abbraccio.
Sguattera “eléctrica” Nadia
(50- continua)

11 agosto 2012

UNA LETTERA DA FRAU JULIA

Cara Monika,
come saprai, è molto di moda farsi dei tatuaggi. Ovviamente ad una serva, sottoposta ad una rigida disciplina questo non è assolutamente permesso, se non imposto dalla Padrona. Ora, mi sono accorta che la mia serva si è fatta praticare un picccolissimo tatuaggio sul ventre, tatuaggio che tenta di nascondere con un cerottino. Suppongo abbia approfittato delle ore di libertà che, devo dire incautamente, le concedo una volta alla settimana.
Ti chiedo un consiglio su come debbo comportarmi, poichè apprezzo molto i tuoi saggi suggerimenti. Che punizione adottare, dovrebbe essere abbastanza lunga ed articolata, visto che un tatuaggio è per sempre. O magari pensi sia meglio fingere di non aver visto cosa nasconde il cerotto e fargliela passare liscia?
Grazie anticipate.
FrauJulia

Gentilissima Signora FrauJulia, 
come sguattera non sono autorizzata a esprimermi su qualsiasi punizione a meno che non si tratti di resoconti di castighi subiti in prima persona. Ho quindi girato la Sua domanda a Janine Souillon che Le risponderà direttamente su queste pagine. 
Un sentito ringraziamento per i Suoi preziosi contributi.
Monika, sguattera

PENSION BALENARIA 49


Cara Monika,
non ti ho ancora detto che, vilmente, abbiamo detto più volte alla perra che eravamo pentite ed eravamo pronte a concedere qualsiasi parte del nostro corpo, purchè questa interminabile punizione finisse. Ovviamente nessun risultato, le punizioni vanno eseguite sempre fino in fondo, se divertono la perra.
E così il giorno successivo veniamo messe su due panchette imbottite, di quelle che si possono trovare in una palestra. E ci vengono prescritti esercizi per gli addominali. Le caviglie fissate da cinghie, dobbiamo passare dalla posizione orizzontale a quella seduta, con le mani dietro alla nuca, usando solo i nostri addominali. E qui iniziano i dolori! Già farlo una volta è difficile, il farlo a tempo con la perra che batte le mani è impossibile. La nostra aguzzina si fa portare il suo frustino preferito e si diverte a “massaggiarci” le pance a modo suo. Due ore dura la tortura, in tutto saremo riuscite a fare venti o trenta sollevamenti, in compenso avevamo pancia e tette piene dei segni rossi delle percosse. Alla fine non riuscivo più a tirarmi su, piangevo soltanto. Veniamo così laasciate in pace, ovviamente passiamo il resto della giornata a lavorare, pulendo e lucidando, sempre preda dei morsi della fame, poiché ci hanno dato solo “sopa de fideos”, una minestrina molto molto acquosa, in aggiunta all’onnipresente yogurth.
A sera crolleremo addormentate, senza neanche spogliarci, dalle divise di fatica, che ormai puzzano tremendamente di sudore. Al risveglio un dramma! I muscoli addominali di me e Pilar, sforzati eccessivamente dagli esercizi a cui non siamo abituate, si sono infiammati, ogni movimento risulta doloroso. In qualche modo riusciamo ad indossare la divisa e presentarci alla perra, timorose di incorrere in una punizione.
Ma la realtà è peggiore dei nostri timori, ci legano nuovamente alle panchette e ci viene ordinato di riprendere l’esercizio degli addominali. Ma i dolori sono tali che dobbiamo gettare la spugna senza riuscire a tirarci su neanche una volta!
La perra ci accusa di non essere abbastanza motivate. Penserà lei a farci esercitare nostro malgrado!
Ad un ordine Gog e Magog portano un apparecchio ultramoderno, con un pannello tutto lucette e manopoline ed una serie di scatolette dall’aspetto costoso. La perra, in favore delle telecamere, presenta l’apparecchio e ne illustra l’uso. E’una centralina per la elettroterapia prodotta da una ditta che intende lanciarla commercialmente, grazie alla sperimentazione e alle pubblicità girate alla Pension Balnearia. Ovviamente, sapendo di essere condannate a fare da cavie, non ci lasciamo sfuggire una sillaba. Una delle frasi che sento mi preoccupa moltissimo “Esto nuovo dispositivo es mucho mas potente que la competencia” ed inoltre “puede ser muy doloroso”. Inoltre vedo su alcuni dei tasti e delle lucette il simbolo di “attenzione”.
Poi, per un giochino psicologico della perra o seguendo qualche oscuro insegnamento di Torquemada, veniamo rimandate a lavorare per il resto della giornata. Puoi immaginare in che stato di ansia abbiamo passato il resto della giornata. La notte ho addirittura pianto pensando allo strumento del nostro prossimo supplizio!
Monika, ora ti devo lasciare
sguattera “preoccupada” Nadia