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20 ottobre 2012

PENSION BALNEARIA 55


Serva sudiciona,
proseguo il racconto delle mie avventure lavorando al “bar de tapas”.
Come avevo illustrato siamo ormai delle serve “on-line”, ma non sempre questo viene apprezzato. Proprio ieri mi è toccato servire ad un tavolo di una compagnia di anziani. Vestiti eleganti, con uno stile “di una volta” che qui va molto nelle occasioni formali, matrimoni eccetera.
Arrivo al tavolo per le ordinazioni e mi dicono chiaramente che di usare il telefonino non se lo sognano neanche, vogliono essere serviti in maniera tradizionale da una cameriera che si comporti “como debe ser”. E così porto la carta delle tapas e la ben più nutrita carta dei vini. Ricevuto l’ordine mi affretto a servirli, e qui commetto il primo errore, servo indifferentemente, il primo che capita uomini e donne. Non l’avessi mai fatto, l’anfitrione mi ordina di portare “el batidor de cuero”. Ora, parlo passabilmente questa benedetta lingua, ma non comprendo proprio, irritandolo ancora di più. Finisce che si alza di persona e va a parlare con la padrona. Torna al tavolo e mi mostra l’oggetto che aveva richiesto: una pesante cinghia di cuoio beni ingrassato, larga 10 centimetri e lunga almeno 60. Capisco subito quale può esserne l’uso quando il signore se la picchia sul palmo di una mano, guardandomi negli occhi. Inutile dire che prima avvampo e poi sbianco. Comunque a quanto pare il mio errore è ancora veniale, però “el cuero” resta lì sul tavolo, a portata di mano. Ma, innervosita da questo oggetto, ben presto commetto altri errori: non riempio subito un bicchiere vuoto e faccio cadere una forchetta. Con fare annoiato l’anfitrione mi ordina di passare nella saletta adiacente, dove non c’è nessuno. Qui mi fa abbassare le mutande e rialzare la divisa. Operazione facile per una che indossa il corsetto! Finalmente riesco ad eseguire l’ordine e, impugnata la cinghia all’estremità mi somministra sei sonorissimi colpi. Fanno male, penso che il rumore del cuero si sia sentito anche per strada. Poi il signore, paonazzo, inizia a palpeggiare e toccare un po’ dappertutto. E qui devo confessare che io, anziché cercare di resistere, come dovere di noi serve, vado un po’ in confusione. Finisce che quando, dopo un po’, la moglie del signore viene a controllare che sta succedendo, sono inginocchiata di fronte al signore e non sto consumando un “calippo”! La signora prima avvampa e poi sbianca. Convoca concitatamente le altre signore. Gli uomini vengono rispediti a casa. Sudo freddo e mi viene da vomitare. Se la perra viene a sapere quello che ho combinato mi fa murare viva. Piango e mi dispero, mentre la signora offesa si sfoga in silenzio, facendo a pezzi il proprio fazzoletto. Interviene la signora più anziana. Evidentemente sospetta in che situazione ci troviamo noi serve alla Pension e inoltre vuole evitare alla propria amica la vergogna di divulgare l’accaduto. Propone di chiudere la faccenda qui, tra donne, andi, come dice lei “es una question de mujeres”. In pratica devo accettare di essere punita dalla signora offesa, immediatamente, davanti a tutte, lei farà da arbitra e mediatrice. Mi avverte, però che la punizione sarà comunque molto dura, in modo da scoraggiarmi per il futuro. Che devo fare? Accetto, sempre piangendo.
Le signore confabulano, mentre io rabbrividisco in un angolo. Poi la signora più anziana si avvicina, sono giunte ad una sentenza. Mi fanno denudare completamente. Poi rimuovono dai propri scialli i decorativi enormi “imperdibles”, gli spilloni da balia. Una signora si allontana e di lì a poco torna con cotone ed alcool denaturato. Mi fanno mettere supina su di un tavolo, mi infilano un paio di mutande in bocca e mi imbavagliano ben bene, nessuno deve sapere cosa sta succedendo, questo anche nel mio interesse. Con orrore vedo che improvvisano un bruciatore e sterilizzano gli spilloni. Ora la signora offesa prende un grosso batuffolo di cotone ed inizia a disinfettarmi, dapprima i capezzoli e poi le grandi labbra. Anzi, sadicamente inizia a strofinare anche le mucose. Non vi dico il bruciore, mi sembra che mi passi un tizzone ardente. Le altre signore sono tutte attorno, serie ed interessate mi tengono ferme gambe e braccia. Una mi asciuga i goccioloni di sudore e le lacrime. Si sentono solo i miei mugolii. La cosa dura a lungo, la signora ha capito che l’alcool mi fa soffrire e ne approfitta. La signora più anziana guarda l’orologio e dice che è ora di passare a cose più serie. Mani impietose mi tirano prima un capezzolo e poi l’altro e, lentamente mi viene infilato lo spillone. Devo dire che la sofferenza è tremenda, contrariamente ad un ago di siringa che entra senza fatica questo deve essere spinto a forza e l’aguzzina vuole apprezzare fino in fondo le mie sofferenze, per cui fa durare l’operazione il più a lungo possibile.
Ma non è finita, le dita dell’aguzzina tirano le grandi labbra, le uniscono ed un atroce dolore mi fa capire quello che accade, lo spillone le attraversa ambedue. Mi vengono messi ben quattro spilloni.
Purtroppo per me, non riesco a svenire. Devo soffrire l’operazione fino alla fine. E alla fine l’aguzzina riprende il batuffolo di alcool e si diverte a lungo.
Alla fine mi fanno rialzare e mi tolgono il bavaglio. La signora più anziana mi costringe ad inginocchiarmi davanti ad una per una, e mostrare le mie vergogne praticamente cucite dagli spilloni. Mi chiederete se fa male? Mi pare di avere dei tizzoni accesi! Tra i singhiozzi devo chiedere pubblicamente scusa e auto-insultarmi a lungo.
Poi l’aguzzina mi si avvicina, mi irrigidisco temendo chissà cosa, invece mi bacia, dicendomi che per lei la faccenda è chiusa così, che io non ci riprovi più con nessuno dei loro mariti.
Le sofferenze, però non sono finite, le spille da balia devono venire aperte e sfilate. Mordo un fazzoletto, per soffocare i miei lamenti. E, gran finale, una bella ultima disinfettata che brucia come il fuoco.
Ora le signore sono soddisfatte. Fanno portare del ghiaccio e con questo posso calmare il terribile bruciore. Poi vengo fatta rivestire e, sia pur con l’aspetto stralunato e la camminata dolorante, devo tornare al lavoro, in modo che la perra non si accorga di nulla.
sguattera Nadia
(55- continua)


UN COMMENTO DELLA SGUATTERA NADIA

disegno di Georges Pichard
Serva sudiciona,
aderisco all'invito di Madame Janine, di valutare i tuoi elaborati, esteso anche alle sguattere.
Per la prima parte, sicuramente gli errori concettuali, evidenziati dalle Signore, portano ad una valutazione insufficiente. proporrei, però un 5, visto che scrivi "a pancia gonfia" e noi serve sappiamo bene cosa significhi e quanto dolore si avverta ad ogni ondata di contrazioni, mentre si "stringe" disperatamente.  La seconda parte è invece migliore, per me è un 6.
Mi resta però un dubbio, che forse verrà chiarito nella terza parte: l'olio di ricino non ha poi avuto il tempo di fare il suo effetto, mi sa che dopo il "parto" avrai avuto a lungo dolori di pancia, come se il "travaglio" continuasse inesorabile. Sai, leggendoti mi sembrava di sentire il sapore riproposto dagli infiniti "ruttini" che ti tormentano a lungo dopo averlo bevuto.
Non ti invidio, con tutte le punizioni che ho subito non mi hanno mai "inserito" una mano. Mi ha atterrito la minaccia  di romperti .... dietro, spero che la tua padrona abbia pietà, avere intorno una serva sempre imbraghettata e puzzolente non sarebbe sicuramente piacevole. Meglio le buone vecchie punizioni ad effetto immediato e che non lasciano strascichi.
Ma questa è solo la supplica di una inutile sguattera dalla lingua lunga, Madame Janine mi perdoni.
sguattera Nadia

18 ottobre 2012

LA PUNIZIONE DI SGUATTERA SUDICIONA 2/4

nota di Janine Souillon:
serva sudiciona è stata costretta dall'infermiera a correggere il suo primo indecente report in ginocchio e a scrivere il secondo ben gravida e sigillata nelle sue mutande di contenzione.
Devo dire che la gravidanza, in una sguattera che ha passato i 50 anni (seppur da poco), è davvero commovente.
JS
disegno della schiava Elisabeth Mandile © Annika Kapyzska

LA MIA PUNIZIONE – 1
di sguattera sudiciona

12 ottobre 2012

ore 5,00 del mattino
Mi hanno fatta alzare verso le cinque del mattino svegliandomi bruscamente e traendomi dalla mia posizione prona, ormai quella abituale per me. Tutte le notti infatti vengo assicurata a un lettino a pancia sotto, tenuta ferma al letto da polsiere e cavigliere che mi mantengono in una posizione dalla quale posso essere riempita a piacimento con un clistere notturno dall'infermiera Rose M., donna di fiducia di madame Janine.
L'infermiera ha infilato dei guanti di gomma, si è messa il grembiule di gomma da lavoro e ha controllato con la mano lo stato delle mie mutande di contenzione, le ha aperte con la chiave, ha controllato e ispezionato il pannolone e ha poi richiuso il tutto, non senza avermi dato un forte pizzicotto alle grandi labbra. Madame Janine aveva fatto preparare dalla sua infermiera Rose M. un carrello con un bicchiere di metallo e una brocca da due litri e mezzo di acqua: in piedi, a intervalli di 5 minuti, ho dovuto bere il contenuto della brocca. Gradualmente sentivo la vescica gonfiarsi, finchè la pressione, terminato il contenuto della brocca, è diventata quasi insopportabile. Anche lo stomaco era gonfio, sembravo già gravida.
Gli ultimi bicchieri sono stati difficili da mandar giù, ma se la serva sudiciona avesse vomitato, avrebbe dovuto leccare dal pavimento la sua deiezione, e quindi per la paura ha cercato di controllarsi fino alla fine.
L'infermiera ha poi controllato bene la chiusura della mie mutande di contenzione, mi ha fatto allargare le gambe, ha sollevato la divisa da fatica sulle mie reni, mi ha fatto tendere le braccia dritte in avanti, le palme rivolte in alto. Poi mi ha fatto accovacciare, in equilibrio sugli zoccoli di gomma, il sedere ben sporto in fuori. L'infermiera, sotto lo sguardo impassibile di Madame Janine, si è seduta su un basso sgabello a fianco dlla serva sudiciona. Dapprima ha compresso il ventre della serva sudiciona, ha dato alcuni colpi secchi sotto le mutande di contenzione, poi, ho sentito un sibilo: stava per inziare la fustigazione.
Il primo colpo è stato forte, secco e bruciante. Per chi non l'abbia mai provata, la canna della fustigazione produce sulle natiche della punita un dolore intensissimo e acuto, a metà fra una scossa elettrica e un morso. A intervalli regolari, la serva sudiciona ha subito 25 colpi, contandoli ad alta voce. Contare, come Madame Janine ha sempre detto, aiuta la serva a sopportare i morsi della canna, la tiene vitale e concentrata, le impedisce di soccombere completamente al dolore e all'umiliazione. Il difficile per la serva sudiciona è non lasciar sfuggire il piscio di cui la serva sudiciona è completamente piena. L'infermiera Rose M. ad ogni colpo mi ricorda che il piscio prodotto da serva sudiciona dovrà essere raccolto in un apposito contenitore, e che quindi non una goccia deve andare perduta dalla serva sudiciona.
Io mi concentro come posso e sono convinta di avercela fatta: il sedere brucia terribilmente e la testa mi gira, ma riesco a rimanere nella mia posizione di squatting fino alla fine degli interminabili 25 colpi. L'infermiera si ferma, posa la bacchetta e prendendomi per un'orecchia mi tira su. Mi ordina di mettere le mani sulla testa e di tenere la gambe larghe. Apre il lucchetto delle mie mutande di contenzione, estrae l pannolone e una smorfia di disgusto si disegna sul suo bel volto di altoatesina. Tocca con un dito il pannolone e mi mette l'indice sotto il naso: è bagnato. Brutalmente schiaccia il pannolone sulla faccia della serva sudiciona, che avverte l'odore della propria orina. Il pannolone viene assicurato con un robusto nastro adesivo alla faccia della serva sudiciona, come se fosse una maschera. Le mutande di contenzione mi vengono reinfilate sopra, e nuovamente chiuse. Sento il contatto della gomma spessa e solida sulla mia passera.
Voce di Madame Janine: - A quest'età può essere un problema di incontinenza?
Voce dell'infermiera Rose M.: - Dipende, la sua serva ha avuto molte gravidanze?
Madame Janine: - Che io sappia, una soltanto. Ma d'ora in poi, mia cara, questa sudiciona sarà quasi sempre gravida!
Madame Janine e Rose M., l'infermiera altoatesina, ridono di gusto.
(1- continua)

LA MIA PUNIZIONE – 2
di serva sudiciona

12 ottobre 2012

L'infermiera, istruita dalla padrona Janine Souillon, mi ordina di eseguire 30 squatting a gambe ben divaricate, a ritmo sostenuto. Con il pannolone bagnato del mio piscio attaccato alla faccia, respiro con difficoltà e il ritmo dell'esercizio presto diviene insostenibile. - Forza sudiciona, più ritmo! - incalza l'infermiera. Appena mostro di rallentare, Rose M., la rigida infermiera altoatesina mi “sculaccia” la passera con un largo cucchiaio di legno. Poichè ben presto si accorge che i colpi di incoraggiamento sono attutiti dalle mutande di contenzione, mi ordina di toglierle per tutta la durata delle flessioni.
I colpi di cucchiaio a questo punto diventano dolorosissimi, e la stanza della punizione accoglie solo tre rumori: l'affannoso respiro della serva sudiciona e il “ciaf! ciaf!” dei colpi di cucchiaio sulla sua vagina seguiti da degli squittii di dolore.
I muscoli delle gambe si irrigidiscono, rallento sempre di più, il dolore mi confonde, in prossimità del ventitreesimo colpo ho un cedimento.
L'infermiera si arrabbia molto, dice delle cose in tedesco che non capisco, si piazza davanti a me a gambe divaricate, i suoi zoccoli di gomma sono saldamente ancorati al pavimento di linoleum della saletta delle punizioni, mi afferra per le orecchie e gli ultimi squatting me li impone tirandomi per i padiglioni. Mi gira la testa, faticosamente arrivo alla fine del penoso esercizio.
Madame Janine mi ordina di accovacciarmi, mi tolgono il pannolone dalla faccia e l'infermiera mi mette davanti un contenitore di plastica e mi ordina di pisciare. Devo riempirlo velocemente. Non ci metto molto, la mia vescica scoppia, ma devo stare molto attenta a non versare fuori dal contenitore il mio "prodotto" color giallo paglierino.
Mi dicono che una Signora ha consigliato di raccogliere 500-600 cc del mio “prodotto”, e l'infermiera preme sulla mia pancia per accelerare quella che cheima la “mungitura della sudiciona”.
Finito di pisciare nel contenitore, l'infermiera mi sculaccia la pancia e dice “Das ist gut, sklavin schwein!”.
Il pannolone lo devo rimettere bagnato nelle mutande di contenzione, e subito dopo devo reindossare lo strumento col quale sarà per sempre corretta e impedita la mia odiosa e sudicia abitudine. Mi fanno mettere in ginocchio.
La divisa di punizione, mai lavata in tre anni, è bagnata sotto le ascelle, sotto i seni, sulla pancia dove è a contatto col grembiule di gomma, e sulla schiena.
- È l'ora della poppata, pisciona sudiciona! -
L'infermiera prende dal vassoio di acciaio un biberon pieno di olio di ricino.
Mi afferra il naso col pollice e l'indice, mi infila in bocca il beccuccio di gomma del biberon e mi ordina di poppare. Il sapore è disgustoso, e più volte sono scossa dai conati di vomito.
Dietro di me Madame Janine si è posizionata impugnando una canna di bambù, e mentre poppo come una disperata, mi rifila altri dieci colpi sulle gambe.
- A queste bestie da soma il sedere alla fine si incartapecorisce, così almeno dice il Marquis De Sade! Meglio quindi passare, ogni tanto, alle gambe! - dice la padrona fustigandomi fra un sorso e l'altro.
© Georges Pichard
Finito il disgustoso contenuto del biberon, vengo messa a quattro zampe per terra e mi ordinano di pulire il pavimento accuratamente. La puzza di sudore della divisa da punizione, unita al terribile oleoso sapore del contenuto del biberon mi stordiscono.
Ogni volta che ho finito di pulire il pavimento strofinandolo con uno straccio, devo prima vuotare e poi riempire nuovamente il secchio e ricominciare da capo. Lavo e rilavo per circa un'ora, sono stremata, intanto la pancia comincia a gogogliare. Al termine dell'ultima lavatura vengo rimessa in piedi dall'infermiera altoatesina Rose M. che a questo punto mi ordina di bere il mio stesso piscio. “Forza pisciona, bevi tutto fino all'ultima goccia!”. Tremante, bevo: l'orina fredda è disgustosa, anzichè sciacquarmi la bocca, il suo sapore si sovrappone al terribile gusto dell'olio di ricino. Ora sono convinta di essere davvero piena: nella vescica si è formata altrà pipì, nello stomaco ho quella che mi hanno fatto bere, insieme all'olio di ricino. Ma non basta: l'infermiera mi ordina di togliere le mutande di contenzione e il pannolone, poi mi fa salire sul lettino di ferro delle punizioni, a pancia sotto. Accanto al lettino è posizionato un grosso contenitore per clisteri in plastica bianca, da tre litri: sarò ingravidata. -Preparati, sudiciona: sarai ripulita da un vero clistere da punizione! - l'infermiera armeggia con tubi e ugelli mentre io vengo legata con le cinghia a pancia sotto dalla stessa Madame Janine. La divisa da punizione viene sollevata e rimboccata sopra le reni. L'infermiera lubrifica la mano guantata di gomma, infila una mano sotto il mio geembiule di gomma, all'altezza del ventre, poi unisce le dita della mano guantata e la infila nel mio sfintere, per allargarlo a dovere. Gradualmente la mano di Rose M. si fa strada nel retto mentre la donna mi ordina di non serrare per nessuna ragione i muscoli, altrimenti per punizione sarò resa incontinente per sempre! La mano dell'infermiera è entrata quasi per intero nel mio povero retto, lo sfintere è tesissimo, all'improvviso senza rendermene conto reagisco istintivamente all'intrusione e stringo. L'infermiera impreca in tedesco poi aggiunge in italiano: - Se Madame Janine me lo permette, ti farò un lavoretto di cui porterai le conseguenze per sempre, brutta sudiciona! Janine Souillon sibila: - Certo, ma ogni cosa a suo tempo, Rose. Ogni cosa a suo tempo.
Intanto la mano guantata e lubrificata è stata estratta dal mio sedere, per essere sostituita da quello che sembrerebbe un enorme dildo di acciaio.
In realtà è l'ugello del clistere, davvero enorme, ma io sono ancora dilatata dalla mano dell'infermera, ragion per cui il mostro d'acciaio si fa strada facilmente nel retto.
Una volta entrato, l'enorme ugello viene aperto da Rose M. e improvviso un fiotto di acqua tiepida invade il mio intestino.
La sensazione all'inizio è quasi piacevole, ma dopo quello che potrebbe essere un buon litro d'acqua, ecco che la temperatura del liquido diminuisce gradualmente. I crampi iniziano subito mentre il mio pancione tende il grembiule.
L'infermiera ogni tanto “saggia” il mio pancione per controllare lo stato di tensione, mentre I crampi aumentano e sale la nausea.
Quando i tre litri del clistere sono finiti tutti dentro di me, l'infermiera mi massaggi vigorosamente la pancia, mi slega e mi fa alzare. Mi muovo con cautela, la pancia è grossa e i crampi sono terribili, la voglia di evacuare mi ossessiona, ma l'ugello d'acciaio è rimasto in... sede e ora, chiuso ermeticamente, fa da tappo.
Vengo portata in cucina, sembro davvero incinta, il grembiule di gomma è teso sulla pancia, cammino a passettini sui miei zoccoli di legno, vengo messa al lavello.
A ondate i crampi scuotono le mie povere viscere mentre sento gorgogliare nello stomaco l'olio di ricino. Dovrò resistere in questo stato, tappata e ingravidata, per almeno 30 minuti.
Poi, se avrò lavato bene tutti i piatti e pulito il pavimento, potrò scaricarmi davanti all'infermiera. Non so come, fra atroci dolori e rivoli di sudore, riesco a portare a termine il lavoro, aiutata mio malgrado dal tappo d'acciaio.
Presa per l'orecchio vengo fatta accovacciare su un grosso secchio di zinco.
- Al mio via, toglere il tappo! - dice l'infermiera sogghignando. Io sono rossa vergogna, l'umiliazione è davvero troppo grande. “
- Via! - grida l'infermiera.
Tiro, ma l'ugello d'acciaio è molto grosso, e non esce.
L'infermiera si spazientisce, comincia a premere le mani sul mio pancione. Presa dal panico e in preda ad atroci dolori, tiro e tiro finchè il tappo viene via di colpo. Da quell'istante, inizio a scaricarmi violentemente fra i crampi, mentre l'infermiera divertita e disgustata allo stesso tempo, si gira dall'altra parte turandosi platealmente il naso.
- Che parto indecente! - commenta Madame Janine.
(2- continua)

17 ottobre 2012

DA FRAU JULIA IL VOCABOLARIO DEI CLISTERI PER LA SERVA SUDICIONA

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drawing by slave Elisabeth Mandile, property of Annika Kapyzska
Serva sudiciona,
ti invio un utile vocabolario, che ti aiuterà a capire che tipo di clisteri ti vengono imposti dalla tua signora.
FrauJulia

Serva sudiciona,
per facilitarti nel sopportare i castighi che ti attendono ti invio un intervento che meditavo da tempo:
i modi di dire utilizzati da Signore ed Infermiere per definire un clistere. Deriva da colloqui avuti, tempo fa, con una anziana infermiera austriaca, di quelle di una volta con la divisa inamidata ed un carattere inflessibile.
Pera: con questo termine si intende la vecchia pera di gomma, di varie grandezze. Attualmente poco usata.
Peretta: si intende la peretta già preparata, dai 100 ai 200 cc. Molto usate perchè pratiche. Non eccezionalmente dolorose, fatto salvo quelle di bisacodyl, detto anche Dulcolax. Questo nome ricordalo, le perette sono poco reperibili ma hanno effetti dirompenti. Un po’ meno le supposte.
Perettina o microclisma: delle micro perette di glicerina. Attenta, se ne usano 2 o 3 e te le fanno tenere a lungo danno dei bei mal di pancia, nonostante il volume irrisorio.
Clistere: il classico clistere da 2 litri. E' il clistere di base, fastidioso ma sopportabile. Diciamo che viene usato solo a scopo salutistico..
Buon clistere: intende un clistere molto abbondante, che ti gonfia parecchio. Non vengono però adottati gli accorgimenti che ti illustro in seguito, per renderlo estremamente punitivo.
Bel clistere, detto anche bel clisterino, oppure clisterone: con queste parole, in gergo, la signora comanda un vero e proprio clistere punitivo.
Preparati, le tue viscere verranno distese a dismisura. Vengono adottati tutti i perversi accorgimenti per renderlo il più possibile crampigeno. Te ne elenco alcuni:
temperatura dell’acqua bassa (acqua di rubinetto), o peggio ancora, prima parte del clistere piacevolmente calda, nel finale uno o due litri di acqua fredda di rubinetto. L’intestino si contrae, i crampi ti accompagnano inesorabili fino all’ultima goccia. Ti assicuro che urlerai.
Ma se hai fatto incazzare anche l'infermiera con le tue suppliche e piagnistei, lei durante il clistere ti inietterà anche un pò di aria. Ne basta poca, basta iniettarne una pera od una peretta vuote. Sentirai gorgogliare nella pancia. Da questo momento il liquido che entra sarà lentissimo e tu avrai dolori da partoriente, inoltre i gorgoglii della tua pancia divertiranno infermiera e signora. Ed alla fine, dopo un interminabile periodo di ritenzione supplicherai di poterti scaricare, fosse pure in pubblico ed in una bacinella!
E se tu avessi il cattivo gusto di non trattenere? Tieni conto che vi sono un infinità di cannule enormi ed altre gonfiabili, con appositi palloncini che faranno tenuta e non ti lasceranno perdere una goccia. La ritenzione, poi viene assicurata da dolorosissimi tappi che ti verranno inseriti a forza, mentre ti concentri a non perdere neanche una goccia!
E quando ti potrai accosciare per liberarti, i dolori ti accompagneranno a lungo!
Mia cara, cerca di far buon viso a cattivo gioco e sopporta da brava serva, forse la tua Signora si commuoverà e ordinerà di farti solo il normale clistere.
Auguri pisciona.....

Grazie Signora FrauJulia, la serva sudiciona si inginocchia e ringrazia. 
Questa sera dopo le punizioni e i lavori scriverò la seconda parte della descrizione della mia punizione.
serva sudiciona

drawing by slave Elisabet Mandile, property of Annika Kapyzska © Annika Kapyzska

13 ottobre 2012

UN HAIKU DELLA SERVA DI FRAUJULIA

Serva sudiciona,
le tue sordide vicende hanno turbato la mia serva, tanto che ho trovato nel solito nascondiglio altri foglietti con le sue patetiche poesie.
Le riporto qui e, se Madame Janine lo permette, le copierai anche sul blog, che ti piacciano o no! 
Inoltre vedi , sempre col permesso della tua Signora, di metterti a scrivere un decente ed esauriente, periodico diario delle tue punizioni, non vorrai che siano gli altri a scrivere per te?  E ricorda, per ogni scritto ti verrà dato il voto!


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Perchè peccare,
quando è più facile ubbidire,
o sciocca serva sudiciona?
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Ieri , dalla Signora convocata,
una pagina al computer mi ha mostrata:
una serva perennemente condannata.
Sudiciona è ora il suo soprannome,
ed ora scrivo il percome.
Anzichè dedicarsi al compito abitudinario,
si beava del piacere solitario.
Il blog aggiornava dalla mansarda,
ma invece si toccava la bernarda.
Ed ora sciagurata,
piange per sempre imbraghettata.
Scoprirà quanto prude la bernarda,
sigillata nel caucciù della mutanda!
Ed è inutile che faccia quella grinta,
il clistere la rende bene incinta.
Con il tappo, mia signora,
che vergogna, che dolore ,
la rea il bagno implora.
Tra le altre serve regna la paura,
meglio non peccare, stai sicura!
-----------------------------


FrauJulia

drawing by slave Elisabeth Mandile © Annika Kapyzska

SERVA SUDICIONA: LA MIA PUNIZIONE 1/4


NOTA DI MADAME SOUILLON
Per volere di Madame Janine, serva sudiciona stilerà il resoconto della sua punizione in quattro parti. Ogni parte sarà valutata dalle Signore, dalle lettrici e dai lettori del blog, e alla fine si tireranno le somme e si stilerà il giudizio finale sull'esito del resoconto della serva sudiciona.
JS

LA MIA PUNIZIONE – 1
di serva sudiciona

12 ottobre 2012

ore 5,00 del mattino
Mi hanno fatta alzare verso le cinque del mattino svegliandomi bruscamente e traendomi dalla mia posizione supina, ormai quella abituale per me. Tutte le notti infatti vengo assicurata a un lettino a pancia sotto, tenuta ferma al letto da polsiere e cavigliere che mi mantengono in una posizione dalla quale posso essere riempita a piacimento con un clistere notturno dall'infermiera Rose M., donna di fiducia di madame Janine.
L'infermiera ha infilato dei guanti di gomma, si è messa il grembiule di gomma da lavoro e ha controllato con la mano lo stato dellae mie mutande di contenzione, le ha aperte con la chiave, ha controllato e ispezionato l'assobente e ha poi richiuso il tutto, non senza avermi dato un forte pizzicotto alle grandi labbra. Madame Janine aveva fatto preparare dalla sua infermiera Rose M. un carrello con un bicchiere di metallo e una brocca da due litri e mezzo di acqua: in piedi, a intervalli di 5 minuti, ho dovuto bere il contenuto della brocca. Gradualmente sentivo la vescica gonfiarsi, finchè la pressione, terminato il contenuto della brocca, è diventata quasi insopportabile. Anche lo stomaco era gonfio, sembravo già gravida.
Gli ultimi bicchieri sono stati difficili da mandar giù, ma se la serva sudiciona avesse vomitato, avrebbe dovuto leccare dal pavimento la sua deiezione, e quindi per la paura ha cercato di controllarsi fino alla fine.
L'infermiera ha poi controllato bene la chiusura della mie mutande di contenzione, mi ha fatto allargare le gambe, ha sollevato la divisa da fatica sulle mie reni, mi ha fatto tendere le braccia dritte in avanti, le palme rivolte in alto. Poi mi ha fatto accovacciare, in equilibrio sugli zoccoli di gomma, il sedere ben sporto in fuori. L'infermiera, sotto lo sguardo impassibile di Madame Janine, si è seduta su un basso sgabello a fianco dlla serva sudiciona. Dapprima ha compresso il ventre della serva sudiciona, ha dato alcuni colpi secchi sotto le mutande di contenzione, poi, ho sentito un sibilo: stava per inziare la fustigazione.
Il primo colpo è stato forte, secco e bruciante. Per chi non l'abbia mai provata, la canna della fustigazione produce sulle natiche della punita un dolore intensissimo e acuto, a metà fra una scossa elettrica e un morso. A intervalli regolari, la serva sudiciona ha subito 25 colpi, contandoli ad alta voce. Contare, come Madame Janine ha sempre detto, aiuta la serva a sopportare i morsi della canna, la tiene vitale e concentrata, le impedisce di soccombere completamente al dolore e all'umiliazione. Il difficile per la serva sudiciona è non lasciar sfuggire il piscio di cui la serva sudiciona è completamente piena. L'infermiera Rose M. ad ogni colpo mi ricorda che il piscio prodotto da serva sudiciona dovrà essere raccolto in un apposito contenitore, e che quindi non una goccia deve andare perduta dalla serva sudiciona.
Io mi concentro come posso e sono convinta di avercela fatta: il sedere brucia terribilmente e la testa mi gira, ma riesco a rimanere nella mia posizione di squatting fino alla fine degli interminabili 25 colpi. L'infermiera si ferma, posa la bacchetta e prendendomi per un'orecchia mi tira su. Mi ordina di mettere le mani sulla testa e di tenere la gambe larghe. Apre il lucchetto delle mie mutande di contenzione, estrae l'assorbente di sicurezza e una smorfia di disgusto si disegna sul suo bel volto di altoatesina. Tocca con un dito il tampone e mi mette il suo indice sotto il naso: è bagnato. Brutalmente schiaccia il tampone sulla faccia della serva sudiciona, che avverte l'odore della propria orina. Il tampone viene assicurato con un robusto nastro adesivo alla faccia della serva sudiciona, come una maschera. Le mutande di contenzione vengono reinfilate sopra, e chiuse. Sento il contatto della gomma spessa e solida sulla mia passera.
Voce di Madame Janine: - A quest'età può essere un problema di incontinenza?
Voce dell'infermiera Rose M.: - Dipende, la sua serva ha avuto molte gravidanze?
Madame Janine: - Che io sappia, una soltanto. Ma d'ora in poi, mia cara, questa sudiciona sarà quasi sempre gravida!
Madame Janine e Rose M., l'infermiera altoatesina, ridono.
La serva sudiciona, con il tampone stretto in faccia, la vescica tesissima e lo stomaco pieno d'acqua, sta per vomitare.
( 1/1 - continua)

illustrazione della schiava Elisabeth Mandile (©Annika Kapyzsca)

11 ottobre 2012

PENSION BALNEARIA 54


Serva sudiciona, ti invio il racconto che avevo già preparato. Alcune mie frasi potrebbero nuovamente turbarti, spero che la lezione che stai ricevendo ti sconsigli nuove infrazioni.
E veniamo al racconto: ci eravamo lasciate … al pit-stop!
Purtroppo la pausa dura piuttosto poco, il tempo di riprendere il fiato, fare pipì e bere un bicchier d’acqua.
INGENIERA> “bateria lista” al lavoro, serve!
NADIA> E così ricominciamo: scosse, dolori, orgasmi, mancati orgasmi, sudore e soprattutto mal di piedi e di schiena, ce ne è per tutti!
FRRRR – FRRRR- FRRRR “Listado de tè, mesa 10”
Mi affretto, sono 4 donne, inequivocabilmente Padrone ….. devo comportarmi bene o sono guai…
(porgo le liste dei tè)
PRIMA SIGNORA> Hola chica, mostrame, mostrame.
NADIA> Mi rialza la gonna e guarda con curiosità i vari fili. Mi ordina di abbassare le mutande e saggia con un dito. DI FRONTE A TUTTI!!!!
PRIMA SIGNORA> Ritira il dito umido degli umori, me lo mette sotto al naso e poi mi costringe a succhiarlo: “QUE ES ESTO? SUCIA PUTA? CAMBIATE EL TAMPON Y LUEGO LAVA BIEN LAS MANOS!!!!”. Ovviamente questa umiliante frase viene gridata in modo che la sentano anche per strada!
NADIA> Non mi aspettavo una cosa del genere, in particolare qui, di fronte a parecchi maschi! AVVAMPO, vorrei potermi sotterrare…..
SECONDA SIGNORA> “RAPIDO, RAPIDO o al reves …… (ed indica lo schermo dello smartphone)
NADIA> Piangendo per la cocente umiliazione mi fiondo in bagno, sono una stupida, non solo mi sono bagnata, eccitandomi in maniera indecente, ma non ho pensato a sistemarmi durante l’intervallo. E devo anche andare dall’ Ingeniera a chidere se, cortesemente, mi fornisce qualche altro maxi tampone.
Finito…..., mi lavo accuratamente le mani.
FRRRR _ FRRRRR – FRRRRR …… AIAAAA…… AIAAAA…. “llleggo llego señora”
TERZA SIGNORA> “Tè con lemon y tarta por quatro”
NADIA> Questa è l’ordinazione da incubo, mi immaginate con un vassoio su cui ho teiera, zuccheriera, quattro tazze, piattini, forchettine, cucchiaini e 4 porzioni di torta? Facile? Beh facile se non portassi i tacchi alti e soprattutto se non fossi trasformata in una specie di centrale telefonica….
FRRR – FRRR- FRRRR …. maledizione, dal tavolo vedono che sono stracarica ed iniziano con la corrente, formicolii al basso ventre ed ai capezzoli. Mi mordo le labbra e, sempre bilanciando il pesante vassoio faccio lo slalom tra i tavoli. Riesco nella missione. Il vassoio giunge al tavolo senza troppi danni.
QUARTA SIGNORA> Tocca la teiera, “demasiado fria, mas mas caliente, RAPIDA!”
NADIA> E mi devo riportare indietro la teiera, Mi scaldano ulteriormente l’acqua, riparto in direzione del tavolo
FRRR --- FRRR ---- FRRRR ---- AIAAAA --- AIAAAA le scosse arrivano dapprima deboli e poi sempre più forti, dapprima su un lato del torace e poi sull’altro, alternativamente. Mi torco, proprio come fanno le lucertole camminando, mordendomi le labbra, sempre tentando disperatamente di bilanciare la pesante teiera bollente. Finalmente riesco a posarla a destinazione.
QUARTA SIGNORA> Sorridendo, “Brava, gracias”
NADIA> De nada…FRRR --- FRRR – FRRRR …. MMMMHHHH ….. MMMMHHHHHH ……. MMMMMHHHHHMi mordo le labbra, il flusso di corrente mi sta stimolando profondamente …….. e sul più bello….. CLICK….. basta, la Signora riattacca. Diciamo che la Signora mi ha dato una piccola mancia per il servizio ……….avrei preferito una mancia più prolungata!!
E presto, spronate dall’esempio, altre Signore, sedute ad un tavolo vicino ordinano,
SIGNORE> “Tres cervesas”
NADIA> Naturalmente quando le servo, nonostante i bicchieri siano appannati e ci siano due dita di schiuma:
SIGNORE> “Demasiado caliente, Parece PIS!” ….. CLICK
NADIA> MMMMMHHHH…….AIAAAA …..NOOO ….. DESCULPE …
SIGNORE> Pobre nina no no. (una di loro si allontana un attimo e torna con un bicchiere colmo)
“Toma, toma una cerveza con nosotros”
NADIA> (penso) Meravigliata, un attimo fa se la sono presa per niente, però mi invitano con loro, che gentili!
Mi siedo, ringrazio e assaggio la mia bevanda. E’ calda acre e schifosa, un bicchiere di pipì. Guardo le Signore e gli sguardi non promettono niente di buono, se obbietto. E così, un sorso dopo l’altro, con le Signore che si raccomandano di non bere troppo in fretta, devo inghiottire. Ora, non è la prima volta che mi puniscono così, ma è sempre sconvolgente. Tremo nel cercare di controllare la nausea, non oso pensare a cosa mi succederebbe se vomitassi qui, in mezzo ai clienti…..
SIGNORE> Brava chica, ahora AL TRABAJO
NADIA> E così riprendo il servizio, traballando sui tacchi alti e cercando di non farmi punire.
Finalmente l’ondata di clienti si attenua e anche gli ultimi ubriachi vengono buttati fuori. E ovviamente io e la povera Pilar, che ha subito più o meno le mie stesse esperienze, dobbiamo pulire i tavoli e pulire e lucidare il pavimento. Ringrazio il cielo che qualcuno abbia inventato la lavastoviglie e ne abbia imposto l’uso nei bar, altrimenti avremmo dovuto pure passare la notte a lavare bicchieri!

PERRA> magnifico, un successone, complimenti! Ora cara Ingeniera deve trovare delle batterie con maggiore durata, queste putas le consumano troppo in fretta! E prepari altri telecomandi, altri bar sono interessati alle nostre serve, come animatrici….. tutti cercano di rubarsi la clientela.
NADIA> Poi, mentre noi serve possiamo finalmente bere, rigorosamente acqua, e mangiare gli avanzi, e qui vi assicuro che mangiamo tutto quello che capita, anche le cose più rovinate e schifose, vista la fame arretrata. Le ultime parole della perra con il cronista e l’ingeniera, mentre ci riportano alla pension mi fanno pensare ad altri sviluppi: “iphone …webcam … mando a distancia, numero de telefono internacional muy caro”. Si, temo proprio che alla Pension le sperimentazioni della folle Ingeniera e della perra non si fermeranno……. vedremo il seguito…….
Fatti coraggio,
Sguattera Nadia
(54- continua)

Nota di JS
Questa puntata la pubblico direttamente io: serva sudiciona in questo momento è impegnata a trattenere il clistere notturno, sdraiata sulla sua panciona e assicurata al suo lettino. Chi l'avrebbe detto che alla sua età sarebbe tornata ad essere gravida?


9 ottobre 2012

FRAUJULIA RISPONDE A SERVA SUDICIONA

Serva sudiciona,
prima di accettare le tue scuse attendo di leggere le tue relazioni sulla o sulle punizioni ricevute. Proporrò a Madame Janine un voto per il tuo elaborato, meglio per te ottenere almeno 8/10, altrimenti seguiranno ulteriori bigliettini di punizione.
FrauJulia

Cara FrauJulia, proposta accettata.
Nel frattempo ho deciso che le manipolazioni della serva sudiciona saranno inibite, oltre che dalle mutande contenitive permanenti, da due clisteri al giorno, l'ultimo dei quali sarà praticato prima di porre la serva in posizione supina per la notte.
JS

JS RISPONDE A FRAU JULIA

Carissima FrauJulia,
ho letto la sua lettera: grazie, questo conferma i miei sospetti: la serva sudiciona da tempo mostra segni di disattenzione. La grave mancanza nei suoi confronti, mia cara, sarà punita con severità. Le sarei grata se d'ora in poi mettesse sempre in copia anche me e appellasse monika con un "serva sudiciona". È l'unico epiteto che d'ora in poi le sarà concesso. Per inciso, le mutande di contenzione le verrano tolte solo per le sue luride evacuazioni o per praticarle quotidiani, pesanti clisteri.
Sua JS

8 ottobre 2012

LA SERVA SUDICIONA SI SCUSA CON FRAU JULIA

On Oct 9, 2012, at 6:20 AM, giulia tedesco wrote:

Serva Monika, ti scrissi, mesi fa, chiedendo consigli su come punire la serva per essersi praticata un tatuaggio non autorizzato.
Mi rispondesti,  di non essere autorizzata a dare consigli in merito alle punizioni e che avresti subito girato la mail a Madame Janine.
Siamo poi sicuri che hai eseguito e non te ne sei dimenticata? Peggio ancora, non stai cercando di coprire la tua svergognata collega?
Desidero una pronta risposta, privata e/o pubblica.
Invio la mail anche a Madame Janine perchè prenda, eventualmente, opportuni e severi provvedimenti.
FrauJulia



Questa serva sudiciona ha trascurato il suo dovere
questa serva sudiciona chiede scusa alla Signora FrauJulia
questa serva sudiciona e buona a nulla sarà punita come merita
questa serva sudiciona e pigra rimarrà nelle mutande di contenzione per sempre, notte e giorno
 

serva sudiciona

7 ottobre 2012

UN HAIKU DALLA SERVA DI FRAU JULIA

Cara Monika, alcune settimane fa ho trovato, nel solito nascondiglio, un nuovo bigliettino.
Anche questo è autobiografico, infatti, colta la serva che stava docciandosi con acqua tiepida, le ho chiuso bruscamente l'acqua calda ed aperto al massimo la fredda. Da questo episodio è generato questo haiku.

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Estate

Caldo sete sudore,
poi uno strillo,
inattesa doccia ghiacciata!

FrauJulia

PENSION BALNEARIA 53


Cara Monika,
da qualche giorno la perra ci diceva che sarebbe arrivato “el esqilador”. E noi sguattere ci chiedevamo che cosa potesse avere a che fare il tosa pecore con noialtre. Ma ieri è arrivato questo vecchietto, con una macchinetta elettrica, usata per tosare le pecore. Si è messo un largo grembiule di cuoio e, una per volta ci siamo dovute denudare e ci ha rapato integralmente passera, parti intime ed ascelle. A parte la terribile umiliazione, ma questo conoscerà alla perfezione le pecore, ma l’anatomia femminile ben poco. Inoltre il porco ha continuato a stringere tirare, sfregare e palpare ben oltre lo stretto necessario per il suo lavoro, vi assicuro, aveva addirittura un filo di bava, mentre ci martoriava. Oltretutto più che tagliare la sua macchinetta ha strappato dolorosamente interi ciuffi ed ha segnato numerose volte la pelle! Insomma, la solita catastrofe!
Ci chiedevamo inoltre a che scopo depilarci, visto che a noi sguattere è sempre stato rigorosamente vietato.
Ed oggi abbiamo iniziato a scoprire il perché. La perra, l’Ingeniera ed il Cronista ci hanno caricate in macchina e portate in un “bar de tapas” dove lavoreremo come serve. Niente di particolare direte voi, ma continuate a leggere….
NADIA> Arrivate al bar mi hanno fatta spogliare nuda. Ed è apparso l’intramontabile corsetto! Mi è stato fatto indossare e, fortunatamente leggermente meno stretto, in modo da lasciarmi respirare. Ma la consolazione è stata breve, due nuovi ovetti, ben più grossi sono stati inseriti dentro di me, a seguire l’ovetto vaginale mi viene infilato pure un tampax di misura XXL. E come biancheria un paio di mutandone di cotone. Restavano fuori le mammelle, ed è apparso un reggiseno, anche questo molto robusto, fastidioso e costrittivo, dotato di placche conduttive attorno ai capezzoli.
PERRA> Ecco Cronista, la serva è quasi pronta, ora l’ingeniera farà i dovuti collegamenti e potremo fare il collaudo!
INGENIERA> Si, non ci vorrà molto, sono solo pochi fili da collegare alla centralina ed alle batterie.
CRONISTA> Non vedo l’ora, certo che le serve depilate me gustano mas!
NADIA> E fra queste facezie l’ingeniera collega i vari fili ad una scatoletta che trova posto in una delle tasche del corsetto. Nelle altre due batterie al litio… un po’più grosse di quelle dei telefonini … e in un'altra tasca trova posto …. un immancabile smartphone di quelli bianchi … tanto per non fare pubblicità occulta. Anche il telefono viene collegato alla centralina. Inoltre mi viene infilato l’auricolare ben fissato con un po’ di cerotto. Ed ora completiamo la vestizione: anziché il solito camicione grigio da serva un abito nero da cameriera, un lusso! E le scarpe? Due scarpette da sogno elegantissime, con un tacco vertiginoso….. non ci sono abituata, dovrò fare ben attenzione.
INGENIERA> “estamo listas”
PERRA> Bene. Ora “puta” di una serva ascolta bene, è meglio per te: dovrai servire ai tavoli bevande e tapas. Guai a te se sbagli un ordinazione e o fai cadere qualcosa …. “¿Lo entiendes?”
NADIA> Si, señora.
Ed ecco…. TIK …TAK …TIK .. TAK ….Con cautela barcollo un pò, camminando tra i tavoli. Entrano i primi avventori.
INGENIERA> Ora, vi spiego tutto: la serva è collegata ad una centralina per l’elettroterapia, alimentata da batterie al litio. La serva è dotata di telefonino, attaverso cui le arriveranno le ordinazioni dai clienti. Questi ultimi, potranno scaricare una costosa applicazione per gli smartphone, da cui possono comandare la centralina inviando piacevoli oppure dolorose scosse, a seconda del grado di soddisfazione del servizio…. insomma niente mance ma ben altro.
PERRA> Perfetto cara Ingeniera e ad i primi venti clienti di ogni giorno, l’app per il telecomando della serva verrà offerta GRATIS … (applausi dai tavolini).
CRONISTA> Reclamo l’onore di essere il primo cliente….. (digita un numero sullo smartphone)
“Hola, tres vasos de champan, por favor, mesa 2”
NADIA> FRRR – FRRR – FRRR …… UUUHHHH??? (gli ovetti rettale e vaginale sono vibranti, sostituiscono la vibrazione del telefonino.) ……. “Gracias de su comanda, Senor”…… CRONISTA> Demasiado lenta …. (digita sullo smartphone)
NADIA> No …..por favor…. estoy lista ….
CRONISTA> Visto come è veloce il servizio? Proprio soddisfacente….
NADIA> Vorrei potervi dire che tutto è proseguito altrettanto bene, ma più la clientela aumentava più restavamo indietro con il servizio. Per fortuna eravamo una cameriera per tavolo. Ben presto le scosse, leggere e piacevoli o dolorose, da farci torcere, infieriscono su di noi.
CRONISTA> (intento a digitare) Me gusta, me gusta mucho!
NADIA> E proprio mentre porto un vassoio arriva una scossa ai fianchi, dolorosa ed insopportabile. Inevitabilmente faccio cadere il contenuto del vassoio. Una sequela di scosse mi fa rialzare prontamente …… sempre tormentata ripulisco il pavimento e finalmente porto al Cronista le sue ordinazioni. Ora le scosse si trasformano in un piacevole pizzicorio ai capezzoli….. sono sull’orlo dell’orgasmo …. ma si interrompe….. ed arriva un'altra ordinazione.
Per farla breve: ben presto ai vari tavolini tutti sono impegnati sui telefonini, avete presente il giochino in cui un ninja taglia la frutta? Si, sembra un campionato mondiale di questo gioco. E noi serve lì a torcerci, godere, lanciare gridolini e zampettare su quei massacranti tacchi!
PERRA> Bene sono passate le prime due ore, ora inizierà a farsi il pienone…..
NADIA> Per fortuna possiamo essere “telecomandate” da un telefonino per volta…. La voce è girata e c’è la coda di curiosi fuori….. DA MORIRE!
PERRA> Un successone, complimenti cari soci, in barba alla crisi qui faremo “UN MONTON DE EUROS!!!”
INGENIERA> Ora diamo 15 minuti di pausa alle serve…. devo sostituire le batterie, non mi aspettavo un tale successo ed una tale attività. Nei prossimi giorni utilizzerò batterie 100 volte più potenti!
NADIA> Possiamo sederci per un attimo. Siamo subito circondate dai curiosi che vogliono vedere di persona come sono applicati gli elettrodi…. Pare di essere ai paddocks in formula 1. Per calmare gli animi la perra promette di mettere a disposizione una app che mostrerà tutti gli intimi particolari di tutto il marchingegno…..

Ecco Monika, come vedi non ci si annoia mai qui da noi…
Sguattera “telefonica” Nadia 

(continua- 53)

UNA PRECISAZIONE DI JS

Care amiche, cari amici.
Come potrete immaginare, Monika ha l'obbligo di inoltrarmi tutta la corrispondenza inviatale relativa a "La domestica risponde". Ebbene, noto spesso un tono molto, troppo morbido nei suoi confronti. Si tratta, per chi non l'avesse mai vista, di una donna di oltre 50 anni "scafata", segnata dalla fatica e non certo di un fiorellino leggiadro e tenero. Chiedo espressamente dunque che d'ora in poi chiunque desideri o debba scriverle, utilizzi un tono e uno stile adeguato alla sudiciona. Lettere dal tono e dal linguaggio inadeguato saranno cestinate.
Grazie
JS
PS: tutte le lettere inviate alla sguattera dovranno essere inoltrate per conoscenza anche a janinesouillon@gmail.com