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29 maggio 2014

PENSION BALNEARIA 82


Nobili Signore, serva sudiciona,
una affezionata cliente della Pension ha regalato alla Signora un cane. Un vero “mastino spagnolo” di nome “Diablo”. Sentendo il nome e la razza mastino penserete senz’altro ad un cane feroce, assetato di sangue……. niente di tutto questo. Nonostante sia solo un cucciolo ha la taglia di un vitello. Selezionato per gestire le greggi non è assolutamente aggressivo, si fa rispettare “marchiando” di tanto in tanto le cosce delle pecore con leggere “pinzate” dei denti, senza però mai affondarli. Infatti in breve alla Pension tutte, sorveglianti e detenute, abbiamo i nostri bei segni di qualche “pinzata”. Comunque un vero cane bonaccione che conosce la propria forza e fa in modo di non utilizzarla per fare male, si limita a mettersi in mezzo ed eventualmente “appoggiarsi” facendo cadere il malintenzionato.
Una pacchia per le detenute, direte voi. Il problema è che il bestione ha avuto un imprinting sbagliato, si crede un umano. Ed è sempre lì a puntare il suo sensibilissimo naso alle “parti basse” sia di noi sorveglianti ma soprattutto delle detenute. Ed alcune detenute, tra cui in particolare la perra, che si pisciano addosso con facilità, emanando così un pessimo odore, mandano in tilt il buon Diablo che si eccita ed inizia il “corteggiamento”. E bisogna dire che il buon “Diablo” è proprio ben dotato. Per una volta nella vita le detenute apprezzano le mutande rinforzate di gomma e cuoio, visto che Diablo non ha falsi pudori e si esibisce in clamorosi tentativi di monta. Il tutto si conclude inevitabilmente con la detenuta seppellita dalla stazza di Diablo che, poverino, si scontra con l’invalicabile spessore delle mutande. A volte ci vuole un secco richiamo della Signora per farlo desistere. Questi sono i fatti. Ovviamente noi sorveglianti non ci siamo fatte sfuggire l’occasione per terrorizzare ancora di più perra e compagne. Abbiamo raccontato loro fantasiose storie di detenute possedute di dietro dal mastino, così dolorosamente che per permettergli di estrarre il pene lo si era dovuto calmare a secchiate di acqua ghiacciata. Un'altra perversa fantasia, racconta di una detenuta a cui il buon Diablo ha staccato un orecchio durante un orgasmo.
Resta il fatto che il poveretto, continuamente frustrato sessualmente, rischia di deperire. La Signora, dopo aver cercato invano nel circondario una femmina di molosso adatta, annuncia che la prossima detenuta a meritarsi una punizione, dovrà, per un intero mese, provvedere “manualmente” al benessere fisico del povero Diablo. Naturalmente faccio in modo che la Perra si aggiudichi per prima la punizione. Francamente non la capisco, pianti e musi lunghi, fino a che non impugno la “vara” e metto fine alle contestazioni. E devo dire che il buon Diablo apprezza molto la manualità della perra, a tal punto che tende a farle “la corte” scortandola e cercando di difenderla. Addirittura diventa difficile somministrare alla perra un clistere, Diablo scambia la vaschetta per l’abbeveratoio svuotandola con grande soddisfazione!
Non preoccupatevi, comunque, ci vuol ben altro che un molosso per impedirmi di applicare le meritate punizioni alla perra.
E visto “l’innamoramento” di diablo non si contano le battute sul fatto che la perra ha trovato “su marido, el perro”.
La perra sopporta a fatica la situazione, tanto che un giorno, nel momento in cui non si sente osservata rifila un potente calcio nei “cojones”i di Diablo. La cosa non passa inosservata, anche perché il povero Diablo fa una scenata, urla, guaiti ed uggiolii, neanche che lo avessero ammazzato.
La Signora, informata dell’accaduto interviene ed alla perra viene inflitta un ulteriore umiliazione: dovrà soddisfare Diablo con la bocca! Inutile dire che, prevedendo l’accaduto mi sono portata la “vara”, per cui il sedere della perra viene in breve solcato dai segni incrociati delle vergate, fino a che, tra lacrime e singhiozzi, promette che eseguirà l’ordine. Organizziamo così il “teatrito”, il teatrino, in cui avvengono le vergognose punizioni pubbliche. Qui il buon Diablo viene fatto stendere e la perra deve accontentarlo.
E per la perra non si prospetta certo un roseo avvenire, la Signora, cercando una femmina adatta, ha scoperto che il seme di un “mastino spagnolo” di razza purissima, è molto ricercato, visto che i poveretti, data la mole, hanno qualche problema riproduttivo. E così la perra viene rifornita di provettoni, in cui dovrà, volente o nolente, raccogliere il “prodotto” del mastino. Sono ben contenta di questo, che anche la perra provi ad essere punita e vedere che la propria punizione arricchisce qualcun altro!
Sorvegliante Nadia
(82- continua)

25 maggio 2014

The Rubber Scrubber Maid

The Rubber Scrubber Maid

Sandra is a former Art Director of an international fashion magazine. A compulsive thief, she stole an expensive camera but her boss, Amina, found the camera in Sandra's handbag. "Choose, bitch: ten years in jail or a year of complete slavery in my house!" says Amina to a terrified Sandra. The desperate woman chooses slavery. Now, in her rubber uniform and apron, chained and with her bowels always filled with an huge punishment enema, the slave scrubs floors from 4 AM to 12 PM under maid Lisa's abusive control. At night, during her short rest, she is forced to please her mistress and her guests with her tongue. Will she survive this evil wild year of hard labor and slavery?
JS



21 maggio 2014

LANCY 15 - L'INGRAVIDAMENTO


LANCY 15 – L’INGRAVIDAMENTO
di sguattera sudiciona

Non è una buona giornata per le mucche di Lancy. Il tempo piovoso, infatti ha messo di cattivo umore la Dottoressa Helga e qualche mucca sta per farne le spese. La Dottoressa, per distrarsi sta leggendo per la millesima volta la relazione del medico del 700. Fa anche delle ricerche su internet ma, salvo un articolo scritto nel 1965 da un oscuro medico statunitense che descriveva un “retrograde enema” non trova altre indicazioni. Leggendo racconti di varie Signore che relazionano su clisteri imposti a lamentevoli serve diventa via via sempre più evidente che queste serve sono delle inguaribili porcelle e che i lamenti non sono altro che urla di libidine mascherate. Da qui l’enorme variabilità di “capacità” riscontrate nelle serve.
La Dottoressa decide di focalizzare la propria attenzione sulla mucca 14: un perfetto case-study. Tale mucca, pare, abbia una ridotta capacità. Ma la Dottoressa è sicura che la mucca 14 dia chiari segni di alterarsi quando sottoposta a tali pratiche. E qui la Dottoressa picchia un pugno sul tavolo: “la vedremo”. Ed è guardando una di quelle caraffe per filtrare l’acqua che alla Dottoressa viene una idea: se la mucca 14 non collabora al “riempimento dal basso”, ricavando un indebito godimento ebbene, subirà un bel “riempimento dall’alto”. La Dottoressa sorride, in questo modo riuscirà a stabilire scientificamente quale è la capacità della pancia della mucca 14. La Dottoressa pensa di riempire la mucca 14 con un purgante a base di acqua con disciolti dei Sali, telefona per consigli ad una sua amica Veterinaria. “Therese, vorrei un consiglio per …. una purga da cavalli o, per meglio dire, una purga per una vacca”. Ed è così che ben presto la Veterinaria fornisce una chiara ricetta. Si tratta di una potente purga uguale a quella usata per la preparazione agli interventi chirurgici o ad una colonscopia negli umani, ma visto l’uso veterinario non servono insaporitori o dolcificanti. Sarà costituita da litri e litri di acqua con dei sali. Unica aggiunta sarà dell’olio di ricino che, ben emulsionato lubrificherà ben bene le budella della mucca 14. “Ti assicuro che mucche e cavalli sono assolutamente contenti di bere questa mistura salata ed oleosa, tanto che bisogna fermarli prima che ne bevano troppa “ è la conclusione della veterinaria Therese.
Ottimo pensa la Dottoressa, ma per fare in modo che la mucca 14 abbia ancora più spazio in pancia andrà tenuta a digiuno per un paio di giorni.
Ed è così che la sudiciona, pardon, la mucca 14, sempre con le tette doloranti vede le altre mucche ricevere il pasto. Sarà pure un modo indegno di nutrirle ma almeno quello riempie lo stomaco, la sudiciona ha fame, una gran fame, ma niente, nessuno la nutre. Può solo muggire di disappunto.
E il fatto di essere tenuta a digiuno non la esime dalle applicazioni mammarie del tiralatte che, anzi vengono man mano intensificate e prolungate.
Passato il periodo di digiuno la Dottoressa Helga si sente pronta. Indossa una immacolata divisa bianca di morbidissimo cuoio, calza lunghi guanti di gomma neri. Ha già fatto preparare un grosso secchio di zinco, da 6 litri pieno di acqua. Pesa accuratamente le opportune quantità di Sali che, assieme ad una capace bottiglietta di olio di ricino non deodorato, vengono aggiunti al beverone. La Dottoressa immerge una specie di mini-pimer, allo scopo di sciogliere i sali ed emulsionare l’olio alla perfezione. Frau Helga immerge due dita nella soluzione e le sfrega tra loro: perfetta, untuosa al punto giusto. Appoggia il dito sulla lingua e fa una smorfia: che schifo l’acqua ha un gusto terribilmente salato e il sapore dell’olio di ricino non deodorato, fa la sua parte. Vedremo se la mucca 14 apprezzerà il beverone, come affermato dalla Veterinaria, si dice la Dottoressa. Poi riflette, la mucca 14 dovrà bere ad un ritmo costante. Anzi, per creare un riflesso pavloviano dovrà bere tutte le volte che suonerà un campanello. La Dottoressa prende una grossa tazza di stagno, tiene quasi mezzo litro, perfetta. Sta per stilare l’Ordine di servizio con le minuziose istruzioni per la mungitrice, poi ci ripensa: per una volta sarà lei in prima persona a castigare la mucca 14, dopotutto Madame Janine si è tanto raccomandata per un trattamento speciale ….


PURGATIONEM
La mucca 14, sempre a digiuno ha anche molta sete. Sente il rumore dei tacchi degli eleganti stivali della Dottoressa Helga, seguita da due delle mungitrici, una spinge un carrello, coperto da un telo verde, l’altra spinge una piattaforma a ruote con sopra un inginocchiatoio, dotata di una specie di grosso orologio a lancetta: si tratta di una bilancia portatile per veterinari. La sudiciona si meraviglia. La Dottoressa vede il suo sguardo interrogativo e le dice: “Si mucca 14, per la tua comodità ho deciso di risparmiarti la salita fino all’ambulatorio, oggi hai una visita domiciliare”. La sudiciona viene fatta alzare e salire sulla bilancia, di fronte a lei il carrello che la Dottoressa scopre con un gesto deciso. La sudiciona vede il grosso secchio, colmo di acqua e la tazza. Oltre a questo un cronometro meccanico “Longines”, di quelli usati da cronometristi ed allenatori fino agli anni ’70, prima dell’avvento dell’elettronica, inoltre un campanello, di quelli usati per chiamare le domestiche ed un preoccupante scudiscio di quelli di cuoio intrecciato.
“Ora stai bene attenta, mucca 14, non voglio doverti ripetere gli ordini”, dice la Dottoressa, “quando suono il campanello tu immergi la tazza nel secchio e la riempi fino all’orlo, poi la bevi tutta d’un fiato, mi hai capito bene? Tutta d’un fiato. Puoi rispondere..”, “Si, Dottoressa, ho capito.”, “Stupida vacca, non devi capire, DEVI OBBEDIRE, MARSH!”.
La Dottoressa si annota coscienziosamente il peso iniziale della mucca 14 poi suona il campanello. La sudiciona immerge la tazza nel liquido, si chiede come farà a bere una tazza così grossa tutta d’un fiato. Avvicina la tazza alle labbra, tira un ultimo respiro ed inizia a bere. La sorpresa data dal gusto terribilmente salato, misto al retrogusto dell’olio di ricino è tale che il sorso le va per traverso. Mente è piegata in due dai colpi di tosse sente la Dottoressa al telefono con Madame Janine: “Mia cara, le annuncio che sono costretta a somministrare una purga drastica alla serva che mi ha inviato. Voglio proprio vedere se oltre a svuotarle le budella riesco a svuotarle il cervello dal pernicioso vizio di cui è schiava”. Poi la Dottoressa si rivolge alla sudiciona, che ha finalmente finito di tossire: “hai proprio ragione, manca la schiumetta, ho dimenticato un ingrediente base”. E la sudiciona vede la Dottoressa aggiungere due cucchiaiate di polvere bianca e mescolare intensamente. Subito si sparge un odore di sapone e la superficie del liquido si copre di schiuma. “Hai fatto bene a ricordarmelo”, celia la Dottoressa, “dimenticavo che sei passata dal settore mule ed hai imparato ad apprezzare il nostro ottimo sapone di Marsiglia, un toccasana per le budella”.
Ed il supplizio della mucca 14 riprende.
La Dottoressa si è messa comoda, su una poltroncina. Con cadenza cronometrica suona il campanello. La sudiciona , obbedisce prontamente. Avvicina nuovamente la tazza alle labbra e si sforza di bere il tutto in apnea. Ma la quantità è tale che ci vogliono tre lunghi sorsi. Tra un sorso e l’altro si sente la sudiciona tirare un rapido respiro. La Dottoressa ha volutamente fatto inginocchiare la sudiciona, infatti ben presto la mucca 14 è scossa dalla più monumentale nausea mai provata e vomita in un bacile posto di fronte all’inginocchiatoio dalla previdente Dottoressa.
Dottoressa che si mostra inflessibile: di fronte ad una supplichevole occhiata della sudiciona, che si è svuotata lo stomaco la Dottoressa dà disposizioni che preparino un secondo secchio da 6 litri di purga. “Vediamo chi la vince” dice minacciosa la Dottoressa alla mucca 14, suonando il campanello. La sudiciona vede che la Dottoressa ha già in mano lo scudiscio, abbassa gli occhi e inizia nuovamente a bere. Dobbiamo dire che la mucca 14 è coscienziosa e si sforza con tutte le sue forze di tenere giù la vomitevole mistura. Infatti la Dottoressa nota che la sudiciona, nonostante non riesca a trattenere tutti i conati, sta lentamente crescendo di peso, chiaro sintomo che una parte della purga resta giù. Ma diamo una occhiata alla sudiciona, suda freddo, pallidissima, gli occhi inondati di lacrime, le cola pure il naso. Durante i conati riesce a non cadere a terra unicamente grazie all’inginocchiatio.
La Dottoressa segue attentamente il riempimento della sudiciona, siamo già ad un litro e mezzo. La Dottoressa preme, con la mano guantata, il ventre della sudiciona, è ancora presto, il liquido non ha ancora abbandonato lo stomaco. Il supplizio della sudiciona prosegue, ormai la poveretta è in stato di trance. La Dottoressa prosegue col suonare il campanello. Ormai l’acqua inizia a riempire il ventre della sudiciona. La Dottoressa osserva attentamente la sudiciona, apprezza il viso contratto dallo sforzo di “tenere giù il liquido”. Verifica il peso, proprio come pensava, la sudiciona ha già assorbito due litri di acqua e la pancia ancora ben morbida è un chiaro sintomo che la mucca 14 può assorbire molto, molto di più, basta che la stupida sudiciona non svenga….
Ma per la sudiciona si sta avvicinando un altro problema: bevi e ribevi e la vescica è ormai piena. Cerca di resistere stringendo le cosce ma…. prima poche gocce, poi un rivoletto inizia a scendere lungo le gambe, diventando ben presto un inarrestabile getto. La Dottoressa, accortasi della cosa, decide di concedere una breve pausa alla mucca 14. Una volta che la vacca ha orinato, la Dottoressa preme profondamente il pancione in via di riempimento, c’è ancora posto e siamo già a quattro litri. La Dottoressa riprende a suonare il campanello e la povera sudiciona ad inghiottire tazze su tazze di purga. Dei brontolii si fanno sentire dal pancione della mucca 14, che inizia a dare segni di …. insofferenza. La Dottoressa guarda la bilancia, niente male, cinque litri. La panciona della mucca è ora molto distesa, se viene premuta, sia pure leggermente, la sudiciona si lamenta pietosamente. Bene, si dice la Dottoressa, con un po’ di allenamento è possibile che questa porcella riesca a ricevere tutti i sei litri previsti dalla “formula aurea”, questa sarebbe finalmente la dimostrazione che la formula è corretta e che qualunque Signora possa stabilire in maniera incontrovertibile la capacità della pancia di una serva, a patto di non permetterle di eccitarsi.
Si, si dice la Dottoressa, bisognerà proprio rivedere le modalità di somministrazione dei clisteri, in modo da ridurre le stimolazioni derivanti da un modo di procedere troppo delicato, grazie a questa stupida vacca si apre un nuovo mondo di sperimentazioni . E credo, pensa ancora la Dottoressa, che la vacca 14 non apprezzerà per niente questo mio prodigarmi per la scienza!
Ma per la sudiciona non è finita col termine del liquido da inghiottire, al pari del tradizionale clistere, anche col riempimento “dall’alto” esiste un periodo di ritenzione obbligatorio. Anzi, per renderlo più efficace, la Infermiera Mungitrice si incarica di far camminare la sudiciona in tondo attorno alla stalla, in modo da servire da monito anche per le altre vacche. E così la Dottoressa fa nuovamente partire il cronometro, mentre la sudiciona, tirata per la cavezza, cammina col pancione ben in fuori. Verrà costretta a compiere giri su giri, un passettino dopo l’altro, tra nausee e contrazioni, per un tempo infinito. La mucca 14 è coperta di sudore gelato, la terribile purga ha ormai …. fatto il suo corso ed alla fine la sudiciona terrà fede al proprio appellativo, scaricandosi così all’impiedi, mentre continua a camminare di fronte a tutte le sue compagne. E come premio la Dottoressa la sottopone ad una dolorosa ispezione vaginale con uno speculo maggiorato, constatando con soddisfazione la secchezza delle mucose, chiaro indicatore che stavolta la cura funziona e la sudiciona non si è eccitata.
Bene, commenta la Dottoressa, vediamo di stancare un po’ la vacca 14 con un po’ di sano esercizio fisico, prima di sperimentare un bel riempimento mediante clistere. La Dottoressa si dice: “sono sicura che questa vacca , dopo quello che le farò passare, non si permetterà più di godere durante un clistere, neanche se stimolata a bella posta”.
Ed è così che termina la dura giornata della mucca 14. 

(15- continua)


PENSION BALNEARIA 81


Nobili Signore, sguattera sudiciona,
la Signora, spesso compie ispezioni per vedere come vanno le punizioni di perra e compagne. Ed è proprio durante una delle ispezioni che accade un fatto increscioso: la perra, che stava trattenendo un clistere, mostra i segni di evidente eccitazione. Tenta di negare, ma le dita dei candidi guanti della Signora portano segni evidenti di abbondanti secrezioni.
La Signora ci pensa un attimo e mi dice “Podemos matar dos pájaros de un tiro”, si fa portare da un'altra sorvegliante una specie di tanga di spessissimo cuoio. In posizioni opportune possono venir avvitati differenti plug anali e vaginali, un lucchetto blocca la robusta chiusura del tanga. E così presenta alla perra “su esposo, el señor perro”. La Signora sceglie due plug di taglia media, mi sarei aspettata scegliesse i più grossi. Mi spiega che non c’è fretta, inutile “desflorar” le aperture della perra meglio “ampliar penosamente y poco a poco”.
Accompagno la Signora in ufficio. Telefona ad una erborista sua consulente. Parlano velocissime in un dialetto che non conosco, l’unica frase che afferro più volte è “unguento del diablo”. Ben presto la Signora mi fa segno di seguirla nelle cucine. Mi meraviglio: la Signora in prima persona si mette a cucinare? E in una capace casseruola finiscono numerose teste di aglio, peperoncino in polvere, della qualità “diablo”, ortica, curcuma e pepe. Al tutto viene aggiunta cera d’api ed olio. Dovrò fare sobbollire a lungo la casseruola. Alla fine il risultato è un unguento rosso, di un rosso quasi fosforescente. Ed ora, con l’unguento raffreddato e messo in un capace vaso di vetro, ci rechiamo nella cella della perra. La Signora in persona, calza dei guanti di lattice e spalma abbondantemente, con cura, i due plug. E l’ “esposo”, così ben lubrificato, finisce nelle aperture della perra. La perra si lamenta per l’introduzione e poi, per un paio di minuti si calma. Ma l’unguento inizia ora il suo infernale lavoro. Vampate di bruciore si irradiano dai buchi dolorosamente dilatati. E se all’inizio sono solo suppliche, ben presto la perra viene imbavagliata, perché non disturbi troppo. E per evitare che tenti di alleviare il bruciore, viene incatenata alla noria, così si terrà occupata mentre intrattiene “su esposo”. La Signora mi spiega in seguito il perché “prendiamo due piccioni con una fava”: il terribile unguento urticante, oltre allo scopo afflittivo, ha miracolose proprietà antisettiche. Questo preverrà ulteriori infezioni intime di perra e compagne. E ben presto, oltre alla perra, anche le altre detenute avranno la visita “de sus maridos”.
Inutile dire che, per maggior spregio, la perra da oggi sarà adibita alla preparazione, ed al primo collaudo su se stessa, tramite “señor perro” , dei numerosi vasi di “unguento del diablo” necessari per le detenute della Pension.
A presto
Sguattera Nadia

(81- continua)



2 maggio 2014

PENSION BALNEARIA 80


Nobili Signore, sguattera sudiciona,
mi trovo ad affrontare un problema: spesso capita che lamenti, gemiti ed urla della perra infastidiscano. Del resto risulta impossibile applicarle “el toro”, poiché questo limita od impedisce la vista, rendendo impossibile lavorare. Mi viene un idea e ne parlo con la Signora, ho la sua approvazione ed i suoi consigli per una nuova realizzazione. Penso che la perra sarà contenta, le sono sempre piaciute le novità, fin quando le sperimentava sul corpo di qualcun'altra!
In pratica la novità è una mascherina, un musetto di maiale. Realizzata color rosa allacciata dietro la testa da una cinghia regolabile. Il musetto, viene tenuto ben fisso da una propaggine di gomma che entra in bocca, come fosse un bavaglio. Inoltre un tubetto permette, eventualmente di immettere liquidi che la vittima è costretta ad inghiottire. Per tenere ben fermo il musetto due coni di plastica morbida entrano nelle narici, dilatandole fastidiosamente. Anche i coni sono collegati ad un tubetto accessibile dall’esterno.
Non pensate che una tale realizzazione avvenga in pochi minuti, sono impegnata per quasi una settimana, nei ritagli di tempo lasciati liberi dall’”educazione” della perra a cui sono dedicata.
Ma finalmente posso, orgogliosa, presentare alla Signora il nuovo oggetto. Il bello del musetto è che la plastica rosa con cui è realizzato è, esternamente, morbida al tatto e simula perfettamente un musetto di scrofa, i tubetti sono ben dissimulati nei fori nasali del “musetto” e dotati di appositi tappi,
La Signora contenta mi fa portare la perra nel suo studio. Il musetto è sulla scrivania, la Signora in persona apporta una umiliante modifica al musetto, prende un prezioso rossetto vermiglio e disegna in corrispondenza della bocca due labbra rosse!
Signora>” tendrá que usar esto durante las horas de servicio”
perra> …….
Signora> CIAC….. CIAC
Due belle scudisciate convincono la perra a rispondere rispettosamente alla Signora
perra> “A sus órdenes Señora”
A questo punto prendo il musetto e lo applico alla faccia della perra.
perra> “aiii duele!”
ma, una volta dolorosamente inserito in bocca il bavaglio e le propaggini nasali i lamenti ed i respiri della perra si riducono a grufolii
perra> “grrr…..ngggr…….ngrrrr…..ngggrrr”
nadia> “Señora y ahora, con su permiso”
prendo dalla scrivania lo scudiscio
nadia> “SWISS CIAC….CIAC….CIAC….CIAC….CIAC…..CIAC”
perra> “…UIIIIIIINK…….UIIIINK…….UIINNNNK…..”
insomma, la combinazione del bavaglio e del naso chiuso modifica gli urli della perra rendendoli simili a quelli del maiale terrorizzato.
Ma non è finita, ora illustro alla Signora le altre possibilità del musetto. Possibilità di trattamenti che ho sperimentato sulla mia pelle!
Col permesso della Signora prendo un siringone di metallo che mi ero portata dall “hydroterapia”, lo riempio della mia orina calda e mi avvicino alla perra. Innesto il siringone nel tubicino collegato alle narici della perra, una decisa pressione sul pistone. Un getto di orina calda,salata ed acida, aggredisce le delicate mucose nasali della perra, questa diventa paonazza.
perra>”…. KOFF…..KOFFF….KOFF…….UIIIIINKK…….UIIINNK”
e così, tra colpi di tosse, conati ed urla abbiamo collaudato il primo tubicino. Ora inietto un altro paio di siringoni nel tubicino che arriva in bocca ed in gola alla perra:
perra> “… NNNN.. GLUK…..GLUK….. GLUK……NNNN…… GLU….. BURP…..BURP…NNNNN……KOFFF”
e la perra è costretta ad inghiottire, suo malgrado l’orina dei capaci siringoni iniettata lentamente, tra mugolii e rutti.
Inutile dire che la Signora è particolarmente contenta di questa realizzazione, sono convinta che la perra si affezionerà alla sua maschera, e se non si comporterà bene, la terrà in continuazione e la nutrirò dal tubicino.
Se non altro la smetterà con le sue smodate urla, una brava serva, qualora venga punita, deve limitare i lamenti, magari mordendo una cocca del grembiule o del fazzoletto da testa, in modo da non infastidire eccessivamente la propria Signora, naturalmente la perra queste cose non le sa e così ora si è guadagnata il musetto da scrofa!
A presto
Sguattera Nadia
(80- continua)

PENSION BALNEARIA 79


Nobili Signore, sguattera sudiciona,
i clisteri della perra si susseguono regolari. E pian piano la punita inizia a trattenerne ogni giorno mezzo bicchiere in più. Ormai utilizzo la cannula grossa come un pene (la penultima) ed insisto violando più volte il suo sordido buco. Il fatto che subisca il giornaliero clistere non la esime dai suoi turni alla noria. E il suo peso inizia a scendere. Poiché mi occupo personalmente di lei le tengo i capelli cortissimi. Ormai dimagrita, con la testa come una lampadina ha gli occhi spiritati. La Signora segue dalle schede il costante aumento di capacità intestinale.
Ma nuove ombre si addensano sulla perra. Causa le quotidiane violazioni con la grossa cannula, per non parlare dell’unguento…., si sviluppa una forte infiammazione. Ormai le urla che la condannata emette infastidiscono la Signora. Viene così concessa una settimana di pausa unita ad un trattamento con miracolose pomate rinfrescanti.
Privata del mio quotidiano compito ne invento un'altra. Altra passeggiata mattutina nei campi e rientro con un vasetto di plastica che ripongo prontamente in frigo. Racconto a Pilar della cosa ed orchestriamo un terribile scherzo ai danni della perra. Alla prima occasione di punirla la lego alla solita “silla de la verguenza” dinanzi a tutte. E le ingiungo di inghiottire …. le mie prede, conservate in frigorifero: delle cimici verdi della soia. Ora, chi ne ha fatto la conoscenza ricorderà il pestifero odore. Sappiate che se vengono ibernate vanno in letargo, in questo modo sopportano un minimo di manipolazione senza appestare, ma basta metterle a contatto con qualcosa di caldo perché appestino l’ambiente con il loro micidiale fluido. E la perra dovrà inghiottirle!
Le altre condannate, presenti fanno smorfie di orrore. La perra cerca di sottrarsi, ma è pronto l’apribocca, vuole forse che la si costringa con la forza? Le pratichiamo la solita iniezione per inibirle il vomito.
E la perra si piega, con grande lentezza prende dalle mie mani il cucchiaino con la prima cimice, la appoggia sulla lingua ed attende un attimo di troppo, l’insetto emette il suo liquido, la, perra diventa paonazza ma nulla può contro la nostra inesorabile presa, è costretta ad inghiottire un primo, un secondo, un terzo ed un quarto insetto. Passano i minuti.
Ma la perra non sa cosa abbiamo tramato, ben presto inizia a vomitare una bava verde, spaventosa. Un fiotto continuo di vomito che forma una pozzanghera verde schiumosa. Terrorizzata la perra si rotola a terra, tra le urla delle altre condannate, che la credono agonizzante. Appare la Signora, venuta a vedere l’origine della gazzarra. Ordina a Pilar, che oltre che massaggiatrice è infermiera, di soccorrere la perra. Pilar non se lo fa dire due volte, ha già pronta una grossa sonda con imbuto, mette l’apribocca alla perra e tra spaventosi conati infila la sonda in fondo alla gola, fin giù nello stomaco. Pratica una estenuante, interminabile, lavanda gastrica che lascia la perra più morta che viva. E la perra, una volta ripresa, deve umilmente ringraziare Pilar.
La Signora ci convoca arrabbiatissima nel suo studio, ha parzialmente indovinato cosa abbiamo combinato. Minacciandoci di terribili punizioni ci estorce la confessione: si è trattato di una specie di burla. La perra ha sì inghiottito una cimice verde, praticamente innocua, ma solo una, le successive erano gusci vuoti di cimice, in cui avevamo pazientemente iniettato un potente colorante verde ed altre in cui avevamo messo bicarbonato e polvere di sapone. Da qui la spaventosa colata di schiuma verde che tanto ha terrorizzato la perra e le altre condannate.
Lo scherzo ci costa una reprimenda da parte della Signora, che fatica a trattenere le risa al ricordo del terrore della nostra vittima.
Sguattera Nadia
(79- continua)


DIARIO DI UN'EDUCAZIONE 2


DIARIO DI UN'EDUCAZIONE / 2
Al mattino una nuova umiliazione attende la serva, Elize decide che il colon della serva, intasato da tutti i cibi impropri ingurgitati, deve essere ripulito a fondo.
Una lunga telefonata alla Signora, poi la serva deve seguire l’Oberschwester nella farmacia più vicina. La serva vorrebbe sprofondare: è la farmacia in cui si serve normalmente, qui la conoscono come una donna brillante, senza alcun problema, salvo la sua stitichezza!
Appena entrate la serva vede che c’è già la solita coda, ancora più imbarazzante. Nel frattempo è arrivata anche la Signora che si rivolge direttamente alla Farmacista, le due parlottano brevemente, poi la Signora fa un cenno alla Oberschwester che accompagna la serva in una stanzetta appartata: l’ufficio della Farmacista. La serva tira un respiro di sollievo, qui almeno non è esposta alla vista di tutte le clienti. Nel frattempo la Farmacista ha lasciato le due assistenti al banco ed entra in ufficio, si impegna subito con la Signora e la Oberschwester in una approfondita discussione sui problemi intestinali della serva e sul nuovo rigoroso regime di pulizia a cui la vogliono assoggettare. La Farmacista, da buona commerciante, consiglia subito delle efficacissime purghe, unico difetto il costo astronomico. La Oberschwester scuote la testa e, con il suo accento tedesco afferma che, dalla sua esperienza sa che il tutto può essere ottenuto spendendo pochissimo, vecchi economici purganti e numerosi clisteri. La Farmacista ribatte che sì, quei purganti sono efficaci ed economici ma nessuno quasi li chiede più perché sono disgustosi. Quanto al clistere, poi, è quasi diventato un tabù, in farmacia ormai si vendono solo i clisterini monouso. La Signora interviene: se le cose non sono prontamente disponibili, potranno ben essere ordinate?
E così le tre donne si mettono al computer, consultando online numerosi cataloghi di materiali per uso ospedaliero.
La serva segue affascinata le immagini che appaiono sul monitor: enteroclismi, tubi e sonde di tutti i tipi e dimensioni.
E finalmente l’ordine è completo: un capace apparecchio per clisteri di indistruttibile plastica della capacità di 3 litri, un set di sonde rettali di plastica azzurra, di generose misure ed infine una sonda “bardex” di gomma rossa, con due palloncini gonfiabili. “Con questa non ti sfuggirà neanche una goccia, vedrai” dice la Farmacista alla serva. Ma non è finita, l’Oberschwester e la Signora non riescono a mettersi d’accordo su che purgante acquistare, e nel dubbio acquistano sia olio di ricino che “sale inglese”. Non mancano due scatole di iniezioni con relativa scorta di grosse siringhe. E per buona misura, la Farmacista regala un paio di scatole di purgante di un kit per la preparazione del colon, in modo che la Signora possa valutare anche l’uso di questo prodotto.
Il tutto verrà consegnato entro sera dal furgoncino per la consegna dei medicinali urgenti. La Farmacista vede la faccia preoccupata della serva al pensiero di cosa la aspetta e schiocca le dita: “che sciocca, dimenticavo: mettiamoci anche un bel tubetto gigante di lubrificante specifico per le sonde.
Il resto della giornata, in attesa della consegna, viene passato dalla serva a ripulire ginocchioni l’appartamento. A sera la serva deve recarsi dalla Farmacista per ritirare il pacco contenente “la spesa” fatta in mattinata. Che vi posso dire del suo stato d’animo, sicuramente preoccupata ma nello stesso tempo vagamente eccitata al pensiero di ciò che dovrà affrontare.
Nei tre giorni successivi la serva è di servizio presso la Signora. Questo ritarda momentaneamente l’inizio delle cure intestinali. E’però immediato il cambio di dieta: la Oberschwester è tassativa, accompagna la serva al mercato rionale e le fa acquistare cipolle, patate e due enormi cavoli. E la serva si trova a preparare un enorme pentola di zuppa di cavoli, piatto forte della regione di provenienza della Oberschwester. I tre lunghi giorni di lavoro sono molto duri per la serva, mentre la Signora, solitamente non sorveglia continuativamente, la Oberschwester è sempre dietro la schiena a criticare i risultati e a far rifare il lavoro. La divisa di fatica della serva è ormai segnata da evidenti aloni lasciati dalle ripetute macchie di sudore,. Ma la Signora non delega solo la direzione del lavoro: delega anche le punizioni. Ormai la serva lo sa: basta poco per venire sculacciata come una monella, e in un angolo sono state inoltre preparate in salamoia delle verghe vegetali che, solo con la loro presenza, fanno sì che gli sforzi profusi nel lavoro siano triplicati. Giunta l’ora del pranzo la Oberschwester ha portato la sua famosa zuppa di cavoli e la serva deve mangiarne, controvoglia, una grossa scodella. La Signora è contenta: finalmente la serva lavora alacremente e si nutre in modo appropriato.
Ma per la serva sono in arrivo nuovi guai: già quando rifà la camera della Signora e si inebria dell’aria profumata di costosissime essenze la Oberschwester la nota e la richiama duramente all’ordine: le serve devono lavorare e basta. Per imprimere meglio il concetto, nulla di meglio che qualche sculaccione ben dato. Ma più tardi, al momento del bucato occorre lavare, rigorosamente a mano la morbidissima biancheria intima della Signora. La serva viene nuovamente “beccata” dalla Oberschwester mentre annusa voluttuosamente le mutandine di Madame, prima di immergerle nella saponata. Stavolta la colpa è palese e vengono messe in funzione le verghe. La serva deve denudarsi il posteriore e riceverà 6 vergate di quelle buone. La Oberschwester obbliga la serva a contare ad alta voce i colpi ed affermare di essere una porcella! Inutile dire che già dal primo colpo le lacrime scorrono ma le punizioni vanno somministrate fino in fondo, se si vuole servano a qualcosa…..
Quanto ala pulizia intestinale La Signora si è trovata d’accordo con la Oberschwester: poiché il trattamento è abbastanza debilitante verrà somministrato alla serva nei giorni liberi dal servizio. 
(2- continua)