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18 gennaio 2015

PENSION BALNEARIA 94




Nobili Signore, serva sudiciona, ci eravamo lasciate con la perra di ritorno dalla punizione con i ripetuti clisteri punitivi. Chissà in quale momento la maledetta ha concepito idee di ribellione. Non riesco ancora a capacitarmene. Vi relaziono sull’accaduto. La perra era incaricata di scavare un profondo e largo pozzo, da utilizzare per prelevare l’argilla con cui fabbricare del vasellame. Il suo carattere rissoso la faceva litigare con le altre serve, da qui la solenne punizione nella sala di Hydroterapia.

Una volta scontata la punizione, riportavo la perra nel dormitorio, ingiungendo alle altre detenute di lasciarla un po’ in pace, vedrete poi come la maledetta mi ha ricambiato della gentilezza.
L’indomani riporto la perra al pozzo. Ormai lo scavo è parecchio profondo e la maggior fatica per la perra non è più nello scavo in se stesso, ma è il trasporto del materiale di risulta che viene da lei trasportato in superficie usando dei secchi.
Poiché lo scavo è profondo la perra non è ben visibile dall’alto. Ne approfitta per nascondere gli attrezzi da scavo, vanga e piccone, sotto uno strato di soffice terra. Approfitta poi del fatto che vengo sostituita all’ora dei pasti da un'altra sorvegliante, per procurarsi nuovi attrezzi. Così, all’insaputa di tutti, la perra ha a disposizione gli attrezzi per scavarsi una via di fuga e tentare una evasione, oppure due micidiali armi per colpire qualcuno…….
E, un paio di giorni dopo la perra ha una ottima occasione per mettere in atto i suoi insani propositi: la Signora della Pension Balnearia, giunge, accompagnata dalla Badessa, per una ispezione ai lavori. L’occasione che la perra aspettava: attende disciplinatamente che la Signora scenda gli sdrucciolevoli irregolari gradini, scavati nelle pareti del pozzo. Poi, approfittando del fatto che la Signora giungendo dall’alto ha non ha ancora adattato la vista alla semioscurità del pozzo, abbranca il manico del piccone e si prepara a sferrare un mortale colpo! Ma la perra ignora che le Signore sono anche esperte di arti marziali, per mantenere la loro supremazia, oltre che mentale anche fisica sulle serve. E la Signora è rapidissima a schivare la prima, micidiale picconata ed a reagire. La lotta si svolge sul fondo del pozzo ed è rapidissima, tanto che dall’alto quasi non ci si accorge dell’accaduto. La perra, visto che ha mancato con il primo colpo la sua avversaria, prende ora la vanga: la affilata lama della vanga, montata su di un corto manico, rappresenta una terribile arma per il corpo a corpo, maneggevole ed in grado di tagliare letteralmente in due l’avversaria. Ma la perra non ha alcuna possibilità: la Signora compie una finta e ben presto la disarma. Improvvisamente io e le altre sorveglianti, veniamo chiamate dalla Signora perché si scenda a prelevare la perra, ormai inerme.
La perra viene subito incatenata e messa in una cella di isolamento: l’indomani verrà giudicata e condannata ad una durissima pena!
La cella di isolamento consiste in una stanzetta di 2x2x2 metri. Un lusso, se non fosse che è priva di qualunque arredo e che le uniche aperture sono la porta, sbarrata da una impressionante serie di serrature, ed una cupoletta di vetro, di una telecamera di sorveglianza. La stanza è illuminata a giorno 24 ore su 24. La perra giace lì, in attesa della seduta del Tribunale, sul nudo pavimento, rabbrividendo di freddo e di paura. Ora che ha smaltito l’adrenalina che la ha sostenuta durante il suo raptus spero inizi a rendersi conto dei guai in cui si è cacciata, guai che, anche se in misura molto minore, coinvolgono anche me.
Alla mattina, come tutte le altre sorveglianti, mi alzo presto, sono curiosa di conoscere quale sarà la condanna della perra. Il tribunale si riunisce, mentre la perra è ancora in cella, infatti le è negato qualunque diritto, addirittura quello di assistere alla lettura della propria condanna. Lettura a cui possiamo assistere noi sorveglianti: la perra è condannata alla “bara”, la massima punizione che il Tribunale delle Signore eroga in patria.
Ci vengono fatti anche dei cenni storici su questa durissima punizione. Questa punizione fu ideata da una Badessa del medioevo. Consisteva nel chiudere la condannata in una bara e lasciarvela un certo numero di ore. E se la punizione per un piccolo peccato di una novizia era punita con 8 ore di bara, la sadica Badessa aumentò la durata della punizioni, fino a giungere a più giorni, cosa che causò anche la morte o la pazzia di alcune punite. Ma, ovviamente una Nobile Badessa era intoccabile e nessuno intervenne per fermarla.. Per sua sfortuna un giorno condannò alla bara una monaca dai nobili natali. Sopravvissuta a fatica alla prova la giovane monaca riuscì a fuggire e di lì a poco la sadica Badessa venne condannata a sua volta ad essere murata viva in una celletta per il resto dei suoi giorni.
Ma veniamo ai giorni nostri: quattro robuste sorveglianti vanno a prelevare la perra dalla cella. Arriva anche la Badessa. La perra viene fatta denudare completamente, ora le viene fatto indossare un lugubre saio nero. Una sorvegliante arriva con un grosso ugello rettale, con cinture di fissaggio. Un grosso tubo permette di collegarlo all’esterno. L’ugello viene inserito, facendo urlare la perra. Mi dico: ma a cosa può servire un clistere per piegare una ribelle come la perra? Ma non è affatto finita: le robuste sorveglianti abbrancano saldamente la perra, la costringono ad un lungo percorso, di fronte a tutte: sorveglianti e detenute. Le Signore vogliono proprio dare un esempio che tutte devono ricordare a lungo! Le sorveglianti prendono la perra e la spingono verso i sotterranei dell’istituto. Qui giunti arriviamo in una lugubre stanza: sotterranea ed umida, con le pareti dipinte di nero. Al centro un pianerottolo di legno, su cui attende una bara aperta. Ma proprio una vera bara, con tanto di imbottiture viola! Le sorveglianti ora denudano completamente la perra, questa, sentendo avvicinarsi l’ora del proprio tormento, cerca di divincolarsi disperata, tanto che altre quattro sorveglianti devono aiutare le quattro già in difficoltà. Ed alla fine la perra viene messa a destinazione. Una cinghia blocca il torace della perra, limitandone i disperati tentativi di sollevarsi e liberarsi. In tutto questo trambusto, vedo che una delle sorveglianti ha già collegato il tubo che esce dal retto della perra, ad un tubo che esce dalla bara. Noto anche che una parte della bara, ha una specie di finestrella forellata, ricoperta da un rado velluto nero, che lascia passare liberamente l’aria ma impedisce l’ingresso della luce. Inoltre vedo che la sorvegliante verifica che un paio di sportellini scorrano liberamente, permettendo l’accesso alla “sepolta” dai lati della bara, qualora lo si desideri. Ed ora la perra, sempre bloccata dalla cinghia, vede le restanti sorveglianti, con mantelli neri che pongono quattro fiaccole su dei sostegni posti ai quattro angoli delle bara. E due sorveglianti arrivano con il coperchio della bara!
La perra, che fino ad ora aveva sfidato ed insultato con sanguinose parole le presenti, compresa la Badessa, ora inizia a tremare e urlare. La Badessa dice con voce stentorea: “Hai osato attentare alla vita di una Signora, verrai sepolta viva!”.
La perra si dispera e fa di tutto per impedire che il coperchio venga messo in posizione. Ma, per quanto cerchi di tenere puntati contro il coperchio piedi e mani, la forza di otto robuste donne ha presto ragione di lei. Una mano, resta schiacciata dal coperchio ed alla fine la perra, vinta dal dolore, deve arrendersi e ritirarla. Leste le sorveglianti bloccano con dei “galletti” il coperchio della bara. Il momento è stato veramente lugubre ma, ora che la bara è chiusa, la Badessa torna serena, viene riaccesa una luce elettrica, tanto la perra non può vedere. Usciamo tutte, mentre dalla bara si odono le urla della perra, preda di una vera e propria crisi di nervi e di disperazione. Si sentono chiaramente i disperati inutili colpi contro il coperchio…..
Mie Signore, sono scossa, interrompo qui il drammatico racconto, lo continuerò presto.
Vostra sorvegliante nadia.
(94- continua)



8 gennaio 2015

POESIA DELLA SGUATTERA NADIA


T
La divisa

La divisa di fatica assai sudicia abbandonai,
devo proprio confessare, non la lavai.
Mesi dopo la Signora di indossarla comandava,
ma ormai la divisa assai puzzava.
E così la punizione, me tapina,
fu di una sola parola: glicerina.
Tre pompette di quel liquido irritante,
ve lo assicuro sono proprio tante.
Sembrerebbe uno scherzetto,
infilarle e spremerle nel buchetto.
Ma di lì a poco, mie Signore,
che strizzoni al pancino e che dolore!
Venti minuti lì in piedi trattenere,
e due dozzine di sculacciate sul sedere.
E finalmente di corsa nel bagnetto,
mail pancino duole a lungo il maledetto.
La morale nella storia la trovate,
le vecchie divise vanno sempre ben trattate.

sguattera nadia

PENSION BALNEARIA 93


Nobili Signore, serva sudiciona,
e giungono finalmente “las cinco de la tarde”. Riporto la perra alla sala de Hydroterapia. Devo dire che il pensiero che la perra finalmente si beccherà un clistere ben più punitivo di quelli che, negli anni mi ha somministrato, mi ….. attizza. Anzi, vi confesso che mi arruffiano un po’ con la enfermera, in modo da poter vedere il tutto in prima persona. E l’inizio del “Enema de Castigo”, è abbastanza simile a quello del mattino: mi viene permesso di appoggiare la guancia al contenitore e, devo dire che, sia pur sopportabile, l’acqua è caldissima. Intanto l’Enfermera riempie l’altro apparecchio con acqua fredda di rubinetto. Un ultimo controllo con termometro delle due temperature e l’Enfermera sancisce: “perfecto, bien caliente y la oltra bien fria”.
Alla perra viene imposto di indossare un originale indumento: un paio di “bragas de restricciòn”, delle mutande elastiche il cui scopo è di limitare lo spontaneo rigonfiamento della pancia e, soprattutto, di impedire l’espulsione della cannula. Dall’armadietto a vetri viene estratta una superba sonda “Bardex” con due palloncini. Non una cosa spropositata come quella per “El parto” già subito dalla perra, ma in ogni caso un oggetto intimidente. E veniamo a noi: la perra viene fatta accomodare nella vasca da semicupio e vengono ben strette le robuste cinghie che assicurano caviglie e polsi, obbligandola ad assumere e mantenere la posizione inginocchiata, con il busto piegato in avanti. L’Enfermera lubrifica la sonda e, con decisione la infila nel sedere della perra. Una pompetta permette di gonfiare ben bene i due palloncini, uno all’interno ed uno all’esterno, operazione ben presto eseguita. So per esperienza che, sia pur non dolorosissima., è una operazione estremamente fastidiosa ed umiliante, infatti vedo la perra spalancare occhi e bocca, ma saggiamente non si lamenta.
Gli apparecchi sono su una piantana, altissimi. I tubi che scendono dagli apparecchi hanno ognuno il proprio rubinetto e si riuniscono in un raccordo ad Y. In questo modo è possibile decidere se somministrare il liquido dell’uno o dell’altro apparecchio o miscelarli, semplicemente girando i rubinetti. Un indicatore di flusso, costituito da una piccolissima ruota a pale, inserita in un tratto di tubetto trasparente ed un indicatore di pressione relativa, costituito da un tubetto verticale, simile agli antichi barometri torricelliani, completano il semplice armamentario. L’Enfermera mi mostra che aprendo il rubinetto dell’acqua calda, subito la rotellina si mette a girare e, l’acqua sale nel misuratore di pressione, in sincronia con i movimenti peristaltici della perra. Viene aperto di pochissimo il rubinetto dell’acqua calda. Di questo passo ci vorrà parecchio perché la perra vuoti il contenitore. Proprio quello che si desidera. La perra si lamenta alquanto della temperatora “quema, quema”, ma tutto sommato, sopporta. Grazie alla mutanda elastica la pancia si gonfia poco, così il liquido sale parecchio nell’intestino. Ora il primo dei due contenitori è praticamente vuoto. La perra, ormai inondata di sudore, sta sempre lamentandosi che “quema”. Ora la Signora si avvicina, le palpa in profondità la pancia, poi le dice “Demasiado caliente? Ahora enfria!”. Subitaneamente l’infermiera chiude completamente l’acqua calda ed apre al massimo il rubinetto della fredda. Non passano dieci secondi che la perra emette un “Auuuu” angoscioso. L’acqua fredda entra vigorosa, raffreddando di colpo il colon che si era abituato alla temperatura abbastanza calda. Di colpo una contrazione scuote la perra. Su invito della Signora palpo anche io la pancia, se prima era caldissima e molle, ora è contratta e durissima. La contrazione è così forte che per lunghi minuti si arresta l’avanzamento dell’acqua e l’indicatore di pressione sale al massimo. La perra è talmente choccata che non riesce a proferire altro che l’interminabile “Auuuuuu”. Ma, data l’altezza a cui è posto il contenitore, ben presto l’acqua fredda inizia ad entrare rapida ed inesorabile nella pancia della perra e, data la compressione delle mutande, una fredda ondata sconvolge gli intestini, rendendo ancora più acuti i dolori. Al contrario di prima, ora la perra è ricoperta di sudore ghiacciato. Guardandola si vede che ha la pelle d’oca o, meglio “piel de galina”. Per sua fortuna l’acqua scorre senza intoppi e ben presto termina. Ma il supplizio è solo all’inizio. Devo aiutare l’Enfermera a trascinare sopra alla vasca da semicupio una incastellatura robusta, su ruote, La perra viene slegata dalla posizione in cui era. Viene fatta alzare e le sue braccia vengono legate in alto. I piedi restano all’interno della vasca. E l’Enfermera apre un rubinetto e mette un buon 20 centimetri di acqua freddissima sul fondo della vasca. La perra, già tremante per il freddo all’interno del ventre, si trova con i piedi immersi in acqua fredda, impossibilitata a muoversi e anche a tentare di massaggiarsi la pancia. Si sentono distintamente i suoi denti battere per il freddo. Il suo supplizio dura 2 intere clessidre, due interminabili quarti d’ora, come ordinato dalla Badessa. Vedo chiaramente il ventre, imprigionato nelle mutande contentive, muoversi in sincronismo con i crampi che la devastano. La colonna d’acqua dell’indicatore di pressione pare impazzita, va sui e giù continuamente, testimone degli sconvolgimenti, egregiamente contenuti dall’accoppiata bardex e mutande contenitive. Ed alla fine del supplizio, quando la perra viene autorizzata a scaricarsi, lo deve fare lì legata in piedi nella vasca, in presenza di tutte. Vediamo il livello di acqua immonda crescere man mano, tra scrosci e rumori sconci, mentre la la pancia si svuota. I liquami che scorrono lungo cosce e polpacci, con un “olor molesto”. La umiliante operazione dura molto molto a lungo, grazie alle mutande contenitive l’acqua ha irrigato a fondo il pancione della perra! Il commento finale della Badessa è stato “Que barbaridad!”
Alla fine mi viene richiesto di riportare la perra nel dormitorio. La devo sorreggere, il tremore è tale che fatica a reggersi in piedi. Il colorito è pallidissimo, anzi, verdastro, ha la pelle d’oca. Le occhiaie e le labbra sono bluastre. Spero inizi ad averne abbastanza …. poi …. la guardo negli occhi, ancora lo sguardo da serpe che mi sfida. Riusciremo mai a domare completamente questa maledetta?
(93- continua)

PENSION BALNEARIA 92


Nobili Signore, serva sudiciona,
lo scavo della perra procede ……. a botte e spintoni. La lazzarona, ora che il pozzo è abbastanza profondo, ha iniziato ad approfittare dell’aiuto datole da un'altra serva all’argano. Stava addirittura per abbindolarla, convincendola a scavare al posto suo. Ma, grazie alla mia segnalazione ed all’intervento della Signora della Pension Balnearia …. niente di tutto questo. La perra ha dovuto intagliare sulla parete esterna del pozzo una specie di scala a chiocciola e deve issare personalmente i propri secchi di terra scavata. Poco importa che la scala a chiocciola abbia allargato di molto il pozzo e quindi raddoppiato o triplicato il volume della terra da scavare, la perra ha anni di condanna da scontare….
E così la perra, oltre ai calli alle mani, sta sviluppando i muscoli delle spalle, delle braccia e delle gambe. Un sacco di ginnastica senza dover neanche pagare una palestra. Quanto al personal trainer basto io, armata di scudiscio, la faccio marciare a dovere. E le ho detto senza mezzi termini che se vuole mangiare deve lavorare. Tengo il conto dei secchi di terra portati in superficie e, se lo merita ed io ne ho voglia, le concedo una razione o addirittura una razione e mezza di sopa. Ma se solo si azzarda, con qualche biasimevole scusa, a scendere al di sotto del minimo, la razione viene dimezzata.
I guai della perra non finiscono qui, con il caratterino che si ritrova, sfoga le proprie frustrazioni sulle compagne. Ma ha fatto male i suoi conti, le sue compagne appartengono alla feccia delle serve. Donne rotte a tutte le avventure che non si lasciano sicuramente mettere i piedi addosso.
Dalla mia parte faccio in modo che la perra non resti isolata in una celletta, la faccio spedire nel dormitorio comune. E ben presto, una mattina la perra si presenta con un occhio nero, segnalo la cosa alla Badessa. La perra viene convocata in direzione ed accusata di aver causato una rissa. E, suo malgrado, deve stare zitta, visto che nessuna la interpella in merito. La Badessa la sgrida severamente ed incarica la “Enfermera” di fare un bel “tratamiento” per farle calare i bollenti spiriti, la Signora della Pension si offre di sovraintendere alla punizione.
Il mattino dopo dirigo la perra all’ambulatorio dell’ Istituto. Ben presto arrivano la Signora e la Enfermera. In una stanzetta dell’ambulatorio è sempre pronta la “Sala de Tratamiento Hydroterapico” dotata di una vasca per semicupi. La forma compatta di questa vasca, dotata di un gradino, permette di far inginocchiare la punita, in modo da porgere le terga all’infermiera. La perra viene fatta denudare ed inginocchiare nella vasca. Delle cinghie bloccano le caviglie ed i polsi.
Su un lato un armadietto a vetri mette in mostra una completa collezione di cannule e sonde. Ad una piantana sono già appesi due enormi apparecchi per clistere. Ad occhio paiono il doppio degli apparecchi normali. L’Enfermera, munita di una brocca fa scorrere a lungo l’acqua da un lavandino, consultandosi con la Signora per la temperatura. Mi viene permesso di avvicinare la guancia alla brocca, per sentire la temperatura: non scotta ma è sicuramente parecchio calda. Da un apposito vasetto la Enfermera preleva parecchi cucchiai di “Polvo para enema”, che, come dice l’etichetta, è a base di “Jabon, aceite y bicarbonato”. Il tutto viene ben rimescolato fino a che pare un denso latte. L’enfermera riempie con attenzione il primo degli apparecchi. Vedo che è pieno fino all’orlo.
La perra sembra agitata, la Signora le concede il permesso di parlare. E la perra ci prova nuovamente: scena pietosa, in cui sostiene di sopportare male il clistere, di non tenere più di un litro e mezzo o due eccetera. L’Enfermera la sbugiarda, una donna del peso e dell’altezza della perra deve ricevere un minimo di tre litri, ma sicuramente può sopportare, afferma l’Enfermera, anche quattro o addirittura cinque litri, vedremo.
Ed è ora del primo clistere. L’Enfermera si consulta con la Signora e, per il primo clistere scelgono un grosso cannello di ebanite, con un ingrossamento, come un piccolo uovo all’estremità. Una buona lubrificata ed il cannello entra, senza eccessive difficoltà nella perra. Del resto, dopo il “parto”, la perra può ricevere ben altro. La Signora dà il via e l’Enfermera apre il rubinetto. L’apparecchio è posto ben in alto, un buon metro al di sopra dell’ano della perra. Ricordo che la Signora ha dato alla perra il permesso di parlare. Ed è un flusso continuo di lamentele: “l’acqua scotta, non la sopporto”, “ho mal di pancia”, “mi scappa”, “mi sento svenire” eccetera. E non siamo che ad un quarto del contenitore!
Siamo ora oltre la metà del clistere, la perra è ormai rossa in viso e suda copiosamente. Si vede chiaramente che è preda di crampi ed allora la Enfermera le concede 5 minuti di orologio di pausa. Ma durante quel tempo il sapone continua a fare i suoi effetti, per cui anche la pausa non è poi che dia quel gran sollievo al mal di pancia della perra. La perra vorrebbe forse massaggiarsi la pancia, la vedo tirare le cinghie che, inesorabili, la bloccano in posizione. Si riprende, fra le continue lamentele della perra. Ormai, informa l’Enfermera, resta si e no un bicchiere di acqua. Ma per la perra è comunque un tempo interminabile. E finalmente “tre litri” annuncia trionfante l’Enfermera. La perra viene sciolta e le viene ordinato di alzarsi, ma di restare all’interno della vasca. Finalmente può massaggiarsi il pancione, che si nota chiaramente. Il cambio di posizione pare giovarle alquanto, smette di infastidire con i suoi lamenti. Solo di tanto in tanto la sentiamo accelerare la respirazione, segno che le ondate di dolore non sono del tutto finite. Ed alla fine le viene permesso di recarsi nel bagnetto annesso alla sala di Hydroterapia.
Al ritorno, però la perra ha una brutta sorpresa: la Enfermera le dà appuntamento per “la scinco de la tarde”, infatti quello ricevuto dalla perra era solo “el enema de limpieza”, indispensabile prima di procedere ai più abbondanti e dolorosi “Enema de castigo”.
Se la perra fosse saggia, forse gettandosi ai piedi della Signora, potrebbe mitigare un po’ la punizione e limitarsi a ricevere un più blando “Enema de disciplina”, ma ormai la conoscete anche voi quella testa dura.
E così restiamo in attesa, per vedere cosa accadrà stasera.
Sorvegliante Nadia
(92- continua)