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17 febbraio 2015

PENSION BALNEARIA 95 / FINE


IL SUPPLIZIO 
Nobili Signore, serva sudiciona,
ci eravamo lasciate con la perra rinchiusa nella bara. La Badessa ordina che venga lasciata lì a disperarsi, rinchiusa in quello piccolo spazio claustrofobico al buio. Ma la sentenza non prevede danni fisici: la perra non ne morirà: l’aria, come già detto, filtra dalla parete forellata. Per quanto riguarda fame e sete, la faccenda è un po’ più complicata. La perra verrà tenuta in vita da clisteri nutritivi. Il clistere nutritivo era una antica forma di sostentamento medico, prima che inventassero le flebo. Tutti i giorni alla perra verranno praticati un grosso e doloroso clistere evacuativo, seguito da due “pasti” costituiti da un clistere di una crema molto nutriente, simile allo “zabaglione”. Questi clisteri di piccolo volume verranno assorbiti dall’intestino della perra e la terranno in vita. Ai clisteri verranno aggiunti opportuni trattamenti medicinali e vitaminici. La perra, durante il supplizio, soffrirà comunque fame e sete, visto che nulla le verrà somministrato per bocca. Inoltre se la perra continua ad urlare come sta facendo la sete la tormenterà ancora di più.
Ma ben presto la perra inizia a rassegnarsi, o più probabilmente le mancano le forze. Passano le ore ed i giorni, ormai la perra non urla più, si sente solo un lamento. Quando scendo, accompagnata dalla Badessa per praticarle i clisteri, la perra, sentendo l’acqua inondarle la pancia, si riscuote e inizia a ululare e picchiare sul coperchio.
Dopo quattro giorni di bara la Badessa non è contenta di come la perra sopporta la pena. Ora di aggravare la punizione!
E la Badessa mi presenta un contenitore di plastica con il coperchio forellato.
Dovrò, a luci spente, in modo che nessuna luce entri nella bara, aprire lo sportellino laterale e versare il contenuto della scatola sul ventre della perra. Chiedo alla Badessa il permesso di guardare nella scatola e, non l’avessi mai fatto! Un brulichio di vermi, si proprio quelli che avrete visto utilizzati dai pescatori: i vermi della carne!
“Vediamo cosa ne dice la tua amica”, mi dice la Badessa.
Ma, sono in crisi, sì ho sempre odiato la perra e ne ho ricevuto angherie di tutti i generi, ma di lì a farla divorare viva dai vermi………
Insomma, non me la sento. La Badessa mi vede titubante e mi dice: “Se ti rifiuti di obbedire all’ordine ti considererò complice della condannata nell’attentato alla vita della Signora della Pension”.
“E’ più forte di me, non ci riesco”, confesso tra le lacrime.
“Se la condannata non esce da questa bara domata verrai condannata come complice”, mi dice la Badessa, per spronarmi ad obbedire. Ma niente da fare, neanche quando la Badessa mi porta di sopra e mi fa dare due dozzine di frustate sul sedere nudo! La Badessa, ammirando il lavoro fatto sulla pelle del mio sedere, pieno di segnacci da cui emerge qualche stilla di sangue, mi ripete ancora: “Ricorda, se la perra non viene domata, seguirai la sua sorte!”.
E così, passa qualche altro giorno di supplizio per la perra e di paura per me.
Allo scadere dei 10 giorni, la perra non si sente praticamente più, solo nel momento del clistere si sentono provenire dalla bara ululati misti ad agghiaccianti risate.
La Badessa è soddisfatta: “pare che il trattamento abbia funzionato” è il suo commento. Due sorveglianti hanno il compito di riaprire il coperchio della bara. Un terribile tanfo si alza dal corpo della perra. In questi dieci giorni è molto dimagrita, ormai si riesce a contarle le costole senza alcuna difficoltà. I seni si sono sgonfiati. A causa della lunga permanenza al buio, non ci vedrà per qualche ora. Ma quello che indica chiaramente quello che ha passato sono i peli e i cortissimi capelli che le sono spuntati: la perra in questi 10 giorni ha avuto un ingrigimento precoce e fulmineo!
Se la si guarda negli occhi si legge la follia, continua a ridere e piangere nello stesso tempo. Mente le sorveglianti la sorreggono, per portarla sotto il getto dell’idrante la si sente farfugliare cose senza senso e si sente anche chiaramente “sono morta!”. Insomma, la poveretta, anziché domata è impazzita!
Ma la Badessa non pare convinta, ordina di lavare la perra con l’idrante e di metterla a riposo in cella per una settimana, poi la studierà a fondo “en el consultorio”.
Povera perra, impazzita come è non apprezza neanche il lusso di una settimana di riposo assoluto, con una razione abbondante di cibo. Pomate vengono messe su alcune piaghe che si sono aperte sulle sue natiche, data l’immobilità prolungata. Addirittura la Badessa la fa imboccare! Tanto che, di lì ad una settimana la perra rifiorisce. Infatti ha recuperato parte del peso perso, il colorito è abbastanza roseo. Ora la perra indossa un lungo camicione da ospedale. Per prevenire atti inconsulti nella sua stanza entrano solo due robuste sorveglianti-infermiere, che si incaricano di tutto.
Ma è giunta la fine del periodo di “grazia” per la perra, ora viene fatta uscire e messa a lavorare. La difficoltà è che è ormai “ondivaga”. Viene messa a fare un lavoro, le viene spiegato cosa fare. Inizia ad eseguirlo per magari un ora, poi, seguendo chissà che fantasie, inizia a vagare per l’istituto guardando in alto e ridendo di tanto in tanto. Raccoglie, se non la simpatia, la pietà di molte, anche tra le sorveglianti. Del resto quello che ha dovuto subire mette i brividi…..
Ed è proprio questa sua tendenza ad abbandonare il proprio compito che provoca l’”incidente”. La Signora della Pension trova la perra che vaga da ore per l’Istituto. Il pavimento che le aveva ordinato di pulire è, se possibile, più sporco di prima. La Signora prende una corta verga e dà un bonario colpo sulle natiche della perra. Niente di che, solo per richiamare la sua attenzione. Non lo avesse mai fatto! Avete presente un cobra che scatta? Ebbene, la perra, in un battibaleno, mette le mani al collo della Signora e tenta di strangolarla. La perra è sorretta dalla forza della disperazione, se non della follia, tanto che la Signora, sia pur con tutta la sua conoscenza di arti marziali, non riesce a liberarsi. Ci vogliono quattro sorveglianti, per sottrarre il collo della Signora agli artigli della perra. Signora che dovrà restare a letto per un intera giornata e porterà i lividi dell’attacco subito per settimane.
Quello che è accaduto è di una gravità tale che mette in subbuglio tutto l’Istituto. Due attacchi alla vita di una Signora, una cosa incredibile, di una gravità inimmaginabile.
La perra viene immediatamente rinchiusa, non più nella comoda cella della convalescenza, ma nella più profonda e lurida cella disponibile. In attesa del processo le sorveglianti sottopongono la perra ad un regime di “ammorbidimento”: tenuta a pane ed acqua, ogni giorno le vengono somministrate tre dozzine di nerbate, facendo passare tra una nerbata e la successiva non meno di cinque minuti. Le esecutrici si ingegnano di distribuire uniformemente i colpi sulla pelle della perra.
Quando finalmente affronterà il tribunale, la sua pelle sarà un intreccio di lividi bluastri e croste.
Ed alla perra va pure bene: vista la straordinaria gravità dell’accaduto il tribunale non ritiene necessario di metterla alla tortura, infatti viene stabilito di condannare la perra alla deportazione in un istituto di massima pena. L’Istituto scelto dal tribunale è uno dei più terribili: situato in un deserto del Messico, è retto da una inflessibile Direttrice con cui faremo presto conoscenza.
Ma non è finita, anche io sono nei guai, infatti la minaccia della Badessa era chiara, se la perra fosse uscita dalla bara indenne io l’avrei seguita nella condanna come complice. E così termina la mia breve carriera di aspirante sorvegliante, rinchiusa a mia volta in una cella.
Vostra detenuta nadia.
(95- FINE)

Nota di Janine Souillon
"Il resoconto fin qui noto come "Pension Balnearia" termina qui. Dalla prossima puntata, la cronaca narra la parabola finale della perra, dal Centro de Dentecion di Madame Rocio fino alle fasi terminali della sua punizione. Questa parte l'ho rinominata "Centro de Detencion Madame Rocio. JS"